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  • Jacobelli: l'aria fritta di Letta nel Natale dell'ingiustizia sportiva, dei tifosi stangati in curva, di Gattuso linciato

    Jacobelli: l'aria fritta di Letta nel Natale dell'ingiustizia sportiva, dei tifosi stangati in curva, di Gattuso linciato

    E' la domenica prima di Natale, siamo tutti più buoni. Nel Palazzo della politica e del calcio, c'è chi  pensa che siamo anche tutti più scemi.

    Prendete Enrico Letta, per esempio, capo del governo che dovrebbe combattere senza quartiere il razzismo e la violenza negli stadi; dovrebbe preoccuparsi di avere stadi moderni, funzionali, efficienti così l'Italia potrebbe sperare di ospitare un europeo o un mondiale prima dei prossimi trent'anni; dovrebbe imporre il rispetto delle regole e delle leggi che lo Stato ha emanato anche per gli stadi.

    Stamane, Letta ha rilasciato una lunghissima intervista alla Gazzetta dello Sport e l'ha riempita di fuffa, nonostante gli sforzi sovrumani dell'ottimo collega Francesco Velluzzi. 

    A proposito della riapertura delle curve decisa dalla Corte di Giustizia Federale che, ancora una volta, ha sconfessato il giudice sportivo, il premier dichiara: "In questo caso sono contento. Giusto riaprire. Ma la norma è pasticciata, da cambiare. E' necessario mutare la filosofia politica. Bisogna chiedere ai club di assumersi la responsabilità di gestire ed educare. Le società non vanno deresponsabilizzate. Chiaro, se i tifosi restano incivili, a quel punto è un altor discorso. Dai fatti di Nocera è uscita un'immagine del calcio devastante". 

    Capito? Secondo il capo del governo sono le società e non lo Stato, ad avere l'obbligo di snidare i barbari che si annidano in curva. Sono le società e non lo Stato, a doversi preoccupare dell'ordine pubblico. Sono le società e non lo Stato, incapaci di indivuduare ed espellere i barbari dagli stadi, come accade in qualunque altro Paese civile. E se a Nocera è successo quello che è successo, la colpa non è certamente dello Stato e del modo in cui ha gestito la situazione. 

    I cori incivili e razzisti intonati da una minoranza fanno chiudere le curve, danneggiando migliaia di tifosi che non c'entrano nulla, salvo riaprirle in extremis per ragioni di sicurezza. Ma la tessera del tifoso, i bilgietti nominativi e le telecamere a circuito chiuso non dovevano consentire di trasformare gli impianti in luoghi sicuri, rendendo facile l'individuazione e l'espulsione degli incivili?

     Il meglio, cioè il peggio però, viene adesso, proprio a proposito della tessera del tifoso, formidabile sfollagente. Letta dixit: "Siamo pronti ad aprire una discussione. Ne parliamo anche con il ministro Delrio... Bisogna creare un nuovo sistema complementare, perchè è vero che è nata in emergenza e ha abbassato il livello degli incidenti, ma è anche vero che ha allontanato la gente dagli stadi". Ma va? E che cosa vuol dire: bisogna creare un nuovo sistema complementare? Bisogna aprire una discussione? Ma lo sa Letta che il 2 febbraio prossimo ricorrerà il settimo anniversario dell'omicidio dell'ispettore di polizia Filippo Raciti? Per quanto tempo bisognerà ancora discutere sulla tessera del tifoso, sui tornelli, sulla mlitarizzazione degli stadi: sino a quando saranno definitivamente vuoti?

    E ancora: "Sul calcio, nel corso degli anni, si è annidata molta evasione fiscale. Bisogna rimettere ordine". Cioè? Che cosa bisogna fare, signor presidente del Consiglio? Che cosa? Dove? Come? Quando?

    Del resto, si dice sempre che il calcio rispecchi il Paese e mai affermazione corrisponde di più al vero. In un 'Italia in cui il rispetto della legge è un'ipotesi e la sua violazione una realtà quotidiana, il Sistema Pallone si adegua. Vi pare possibile che in maggio l'Uefa emani le norme antirazzismo, in estate la Figc le recepisca, poi le cambi in autunno e sia incapace di imporne il rispetto, alimentando il caos con i suoi organi di giustizia che si smentiscono e si delegittimano a vicenda? Ma che roba è? E non ha nulla da dire al riguardo il signor Presidente del Consiglio?

    E' curioso che Letta non pronunci una parola sul nuovo capitolo dello scandalo scommesse. Addirittura, la parola scommesse non si trova traccia nelle due pagijne di intervista. E non c'è un commento sul linciaggio mediatico di cui Gennaro Gattuso è stato vittima in settimana.

    L'importante è sentenziare: "Tutti si rendono conto che il calco dà modelli di vita. Quello che giocano facilmente sbandano: bisogna rendersi conto. E le campagne di Coni e Figc sono importanti. Vogliamo investire sul modello comportamentale". Gli scommettitori clandestini se la stanno già facendo sotto.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

     

     

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