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  • Jacobelli: Parma, esclusione scandalosa. Stiamo con Ghirardi, bisogna spazzare via questo sistema. Abete, ora basta

    Jacobelli: Parma, esclusione scandalosa. Stiamo con Ghirardi, bisogna spazzare via questo sistema. Abete, ora basta

    Definire scandalosa l'esclusione del Parma dall'Europa League è un esercizio di puro eufemismo. Traducendo in italiano il burocratese della sentenza dell'Alta Corte di Giustizia del Coni (che trovate in uno degli articoli correlati), la società emiliana è stata fatta fuori perchè, secondo il Sistema, entro il 31 marzo avrebbe dovuto effettuare un versamento Irpef di  300 mila euro, in relazione alla cessione di dieci giocatori.

    Piccolo particolare: il presidente del Parma, Tommaso Ghirardi, ha sempre sostenuto che, pur avendo chiesto lumi in Federazione, nessuno aveva avvisato la sua società del termine del 31 marzo, ritenendo quindi che la scadenza fosse quella naturale del 30 giugno, quando si conclude la stagione.
    Secondo voi, il Parma è talmente sprovveduto, per non dire stolido, per non dire stupido, da pagare i 13 milioni necessari per ottenere la licenza Uefa e di giocarsela versando 300 mila euro volutamente in ritardo?
    Tant'è vero che, basta leggere la motivazione dell'Alta Corte per scoprire che il Parma stesso ha ufficialmente scoperto solo il 9 maggio, dopo la bocciatura in primo grado della richiesta di licenza Uefa che avrebbe dovuto versare i 300 mila euro entro il 31 marzo.
    Fate attenzione a ciò che dice Ghirardi: "Abbiamo alcuni giocatori che militano in altre squadre, a cui versiamo un incentivo all’esodo. Il giocatore firma l’accettazione per ottenerlo e concorda con la società Parma quando lo percepisce.
    Questo incentivo matura al 30 giugno 2014. Quando i giocatori hanno percepito tutto lo stipendio dalle società dove giocano prendono da noi tale incentivo.
    A novembre o dicembre, alcuni di questi giocatori ci hanno chiesto un anticipo finanziario, un prestito relativo a questo incentivo all’esodo. E’ un’anticipazione di quello che non hanno ancora maturato ed essendo un prestito non deve essere pagata l’Irpef.
    Quindi è surreale la situazione che stiamo vivendo. 
    I 300 mila euro su cui poggia tutta la questione erano già stati verificati a febbraio e nessuno ci ha contestato niente. Avremmo dovuto allora prendere punti di penalizzazione e invece così non è stato. Abbiamo agito in buone fede per questi prestiti a giocatori che ce lo hanno richiesto. Manchester City e PSG hanno ricevuto sanzioni amministrative per milioni di euro e poi risultano ammessi alla Champions League".

    L'Alta Corte, invece, sostiene: "I pagamenti effettuati con i cedolini di novembre e dicembre 2013 sono stati obiettivamente configurati come anticipi sui pagamenti di somme contrattualmente dovute e non come prestiti finanziari». Ergo, quando "il Parma ha effettuato e documentato detti pagamenti, essa ha accantonato un ammontare corrispondente alla ritenuta fiscale. Ciò ha determinato, in capo alla società, l'obbligo di versare entro trenta giorni dall'accantonamento gli importi trattenuti. Il che, pacificamente, non è avvenuto".

    Ma allora, perchè, l'organo del Coni stesso dichiara quanto siano "forti - e non risolvibili dall'Alta Corte - l'incongruità ed ingiustizia delle conseguenze applicative del paragrafo 14.7, secondo cui il Parma non avrebbe avuto modo di accorgersi dei mancati pagamenti se non dopo il 9 maggio, quando la prima Commissione Figc negò la licenza proprio per quella presunta omissione fiscale. Il che, secondo la Corte è "in conflitto con ogni ragionevole principio di difesa di un diritto dinanzi alla pretesa di un'autorità terza".

    E ancora: la Corte presieduta da Frattini non può non rilevare come "tale effetto di concreta ed ingiustificata disparità di trattamento deriva da una disposizione del Manuale Uefa, normativa sovranazionale applicabile come 'legge di gara in tale esclusivo ambito, e che rispetto a tale disposizione non è dato all'Alta Corte il potere di annullamento o di modifica ed è pure precluso il sindacato di costituzionalità - ammesso che l'Alta Corte abbia il potere di sollevare la questione - non rientrando il Manuale tra le disposizioni per cui è ipotizzabile nell'ordinamento italiano tale sindacato". 

    Nuova traduzione in italiano: il Parma è stato iniquamente fatto fuori dalla normativa Uefa da cui  è scaturita "una concreta ed ingiustificata disparità di trattamento", tanto ingiustificata da indurre l'Alta Corte a parlare di incostituzionalità del regolamento Uefa. Siccome l'Alta Corte stessa dubita di avere il potere di sollevare la questione, il Parma viene stangato e adesso toccherà al Tribunale dell'Arbitrato dello Sport di Losanna dire l'ultima parola.
     
    La penultima la diciamo noi per chiedere a Ghirardi di non mollare, anche se capiamo benissimo ciò che sta provando in queste ore e ciò che stanno provando Donadoni, i giocatori e i tifosi del Parma, fuori dalla grazia di Dio.

    Perchè questa è un'ingiustizia che non sta né in cielo né in terra. Perchè in Champions League vanno club come il City e il Psg, stangati dall'Uefa con multe pesantissime, mentre dall'Europa League rimane fuori un club come il Parma che ha pagato il silenzio di chi avrebbe dovuto avvertirlo in febbraio della scadenza del 31 marzo. Vero, Abete?

    Anzichè intonare il solito ritornello del rispetto per gli organismi della giustizia sportiva (e quando mai il Parma ha mancato loro di rispetto?), il presidente della Federcalcio dovrebbe dirci una cosa sola: quando se ne va. Quando finisce questo Sistema.

    Questo Sistema che, ventisette giorni dopo la vergogna dell'Olimpico in occasione della finale di Coppa Italia, non ci ha ancora detto che cosa intenda fare per combattere la violenza negli stadi.

    Questo Sistema che non ha mai risolto il problema degli stadi fra i più obsoleti, insicuri e infrequentabili; teatri di inciviltà, razzismo, gesti di violenza; ricettacoli di bombe carta, petardi, bengala, fumogeni.

    Questo Sistema che partorisce un settore arbitrale caratterizzato da una vistosa mediocrità tecnica, come dimostrano gli obbrobri che hanno caratterizzato anche l'ultima stagione, ma i cui vertici dispensano arroganza in dosi industriali.

    Questo Sistema che annuncia riforme mai fatte, a cominciare dalla giustizia sportiva: basti pensare ai figli e figliastri della prova tv o all'abnormità italiana della discriminazione territoriale che ha penalizzato intere curve e centinaia di migliaia di spettatori per l'incapacità di stanare i razzisti e i barbari.

    Questo Sistema che in una notte d'estate 2013 stanga senza pietà i settori giovanili, imponendo tasse inaudite persino per l'iscrizione ai tornei dei bambini, come documentò una splendida inchiesta della Gazzetta dello Sport, edizione Milano e Lombardia, firmata dal collega Alessandro Crisafulli. Alcuni aumenti sono arrivati  quasi al 300%, mentre al 253% ammontano gli incrementi dei rincari della categoria Piccoli Amici, ovvero i bambini compresi fra i 5 e gli 8 anni, con tassa da 3 a 10,60 euro (+253%); pulcini ed esordienti (9-12 anni), da 9.50 a 19,31 euro (+103%); giovanissimi e allievi (13-15 anni) da 15,50 euro a 19,31 euro (+244,6%). 

    Questo Sistema che nel dicembre scorso, in Brasile, anzichè picchiare i pugni sul tavolo e protestare contro la Fifa di Blatter che aveva cambiato in corsa le regole del sorteggio mondiale, ha accettato supinamente che l'Italia venisse danneggiata a beneficio della Francia.

    Questo Sistema che ha il coraggio di far fuori il Parma dall'Europa League quando il Parma si è svenato per rispettare i requisiti necessari alla licenza Uefa. 

    Questo Sistema che è da spazzare via.


    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com


     

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