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  • James Rodriguez, la solitudine del diez scaricato dal Bayern: l'Inter ci prova

    James Rodriguez, la solitudine del diez scaricato dal Bayern: l'Inter ci prova

    • Giovanni Daloiso
    Lo stato esistenziale in cui versa il giocatore del Bayern Monaco, che nelle ultime stagioni ha perso la sua centralità negli schemi tattici, non è dei più felici: un ritorno al Real Madrid (che lo presterebbe nuovamente) potrebbe chiamare l'Inter a contribuire al suo riscatto personale?

    ANTEFATTI - Nel Bayern Monaco, incontrastata dominatrice della Bundesliga cui le ultime giornate hanno ridotto al lumicino ogni margine concorrenziale, tutto sembra filare liscio: l'arrivo di un sensitivo come Heynckes, finalmente 'tedesco' dopo il quadriennio latino sotto la guida di Guardiola prima ed Ancelotti poi, ha ridato serenità ai bavaresi e rigenerato il gruppo. I tedeschi, da Muller a Boateng - passando per Hummels - hanno premuto affinché la testa di Ancelotti cadesse. Altri, gli ultratrentenni Ribery e Robben, hanno semplicemente avallato i mal di pancia dei teutonici, fino alla scelta perentoria del presidente Uli Hoeness di silurarlo. La gara con il PSG, persa malamente con i senatori in panchina, ne è stata la testimonianza. Quella che sarebbe stata la seconda stagione di Carlo Ancelotti in Baviera ha visto l'approdo di quattro nuovi giocatori: i tedeschi Sule e Rudy rivelazioni dell'Hoffenheim, la stella del Lione Corentin Tolisso e, soprattutto, il giocatore più atteso, colui che più di tutti ha dimostrato nella sua carriera di avere i colpi del fuoriclasse, del numero dieci attorno al quale far girare la squadra. Il suo nome è James Rodriguez, l'uomo dell'estate 2014, miglior giocatore (e capocannoniere) dei mondiali brasiliani. Acquistato dal Real Madrid, ne è stato la stella polare praticamente per una sola stagione: l'arrivo di Benitez prima e soprattutto di Zidane hanno letteralmente visto scendere il fuoriclasse colombiano nelle gerarchie. Spesso e volentieri impiegato fuori ruolo per colmare i vuoti sulle corsie esterne, a centrocampo (a partita in corso), o sostituito allorquando gli capitasse di partire dal 1', il talento ha accusato il colpo: uno sfogo, in seguito all'ennesima sostituzione operata da Zidane nel corso del match di Liga contro il Leganes, ne ha ufficiosamente decretato la separazione dal Real Madrid, nonostante ulteriori lampi di classe rivelatisi decisivi per la conquista del campionato.

    NEL POSTO SBAGLIATO AL MOMENTO SBAGLIATO - Il Real Madrid, in ossequio a Zidane, in seguito alla conquista della seconda Champions League consecutiva da parte del tecnico francese ha optato per la miglior decisione possibile: la cessione in prestito del colombiano dall'umore a pezzi all'unico che potesse ricostruirglielo conoscendone le doti, Carlo Ancelotti. Fortemente voluto da quest'ultimo, si è trovato sin dall'inizio in uno stato di calma apparente: senza la sua 10, sulle spalle dell'immarcescibile Robben, ha dovuto optare per un inedito 11. In recupero da un infortunio alla coscia, con sporadiche apparizioni a partita in corso, si è trovato a fare i conti con la dura realtà dello spogliatoio, in rivolta contro Carlo Ancelotti, il suo "valorizzatore". Il conseguente esonero di quest'ultimo ha riportato il grigiore nella vita del colombiano: pur se impiegato da Heynckes - che ne ha fin da subito elogiato la qualità - regolarmente, James Rodriguez rappresenta ad oggi il classico esempio del calciatore nostalgico in netta contrapposizione con l'ambiente che lo circonda: la difficoltà nell'apprendere il tedesco, l'insofferenza al clima, lo scarso feeling con i compagni e, soprattutto, la stima nei confronti dei suoi ex compagni di squadra ribadita dai messaggi sui social network sono segni tangibili di un addio già scritto.

    SOLUZIONE PER L'INTER - James è un patrimonio del calcio. Non può, né deve patire situazioni di questo genere, per il bene suo e di questo sport. A 26 anni, nel fiore della sua carriera calcistica, ha ancora molto da offrire. Immedesimarsi nell'uomo significherebbe rimpiangere una realtà amica (quella madrilena), con molteplici punti in comune, a partire dalla lingua. Tutto a favore, a parte l'allenatore (Zidane), che ha avuto la meglio sul giocatore perché per lui hanno parlato i risultati conseguenti alle scelte tecnico-tattiche. Di fronte al bottino di trofei conquistati dal francese (e dei quali ha giovato anche James, pur non avendo avuto modo di contribuirvi da attore protagonista) il giocatore ha visto sgretolate le proprie certezze; sei mesi dopo, allo scadere del 2017, l'anno più triste per questo giocatore, sulla sponda madrilena già si parla di crisi, con l'allenatore al centro delle polemiche per la mancanza di risultati. Il ritorno di James al termine della stagione è una certezza, ma l'eventuale permanenza di Zidane anche l'anno prossimo significherebbe la possibilità di un nuovo prestito per il colombiano. Così, in giro per l'Europa, parecchie squadre sono chiamate in causa per l'eventuale acquisizione - e valorizzazione - di questa rara perla, e a tale proposito non può tirarsi indietro la Serie A. Per una porta che si chiude alle spalle di un 10 (Joao Mario), ecco un portone aprirsi per un altro 10 (James Rodriguez): l'attuale situazione all'Inter del portoghese, poco impiegato da Spalletti, non è delle più facili, ed un profilo come James non potrebbe che fare la differenza a Milano, con la titolarità indiscussa anche a giudicare dall'attuale, fortunato modulo di Luciano Spalletti.

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