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  • Jovetic a 360 gradi: 'Bocciato dalla Stella Rossa, Sheva e Dinho i miei idoli'

    Jovetic a 360 gradi: 'Bocciato dalla Stella Rossa, Sheva e Dinho i miei idoli'

    • Luca Cellini

    "Il mio numero preferito è sempre stato l’otto perché Savicevic prima, e Mihajtovic dopo, hanno sempre usato quel numero. L’otto mi ha caratterizzato fin da bambino, poi nel Partizan ed in nazionale montenegrina, e ho deciso di conservarlo anche a Firenze". Si è raccontato fra curiosità e retroscena su i suoi esordi nel mondo del calcio, l’attaccante viola Stevan Jovetic,  ai microfoni di Niccolo’Ceccarini, questa sera, in un’intervista andata in onda su Mediaset Premium. "Porto sempre con me una catenina che mi è stata regalata al battesimo dal mio padrino, e la bacio prima di entrare in campo – ha aggiunto il talento montenegrino – Quando gioco per la mia nazionale mi fa sempre un grande effetto, giocare davanti alla tua gente è sempre bello. Sono nato a Podgorica che è una piccola città, ma per me è bellissima. Fin da bambino hanno provato sempre a comprarmi diversi tipi di giocattolo, ma io pensavo solo ad usare il pallone, e da quando ho compiuto sette anni ho provato a giocare in una squadra, su un campo grande, e dopo due amichevoli il mister mi ha detto di rimanere".

    Jovetic continua: "Ho giocato lì tre-quattro stagioni, facendo tanti, tanti gol. Con me giocava il figlio di Savicevic, con cui sono rimasto in contatto. Proprio Savicevic vide un paio di mie partite e mi segnalò ai dirigenti della Stella Rossa che dissero che ero uno dei tanti.  Così sono andato al Partizan.  Non fu una scelta facile lasciare casa, per andare in una città come Belgrado. Il Partizan avrebbe sborsato per me tre milioni di euro, e non fu facile per i miei genitori, che stavano lavorando in quel periodo, lasciarmi andare via".

    Altri ricordi di infanzia: "Il mio idolo è sempre stato Andrey Shevchenko, ma in quel periodo c’era il Barcellona di Ronaldinho che era il miglior giocatore al mondo. Il sabato sera guardavo le sue giocate e la domenica provavo ad imitarlo sul campo. Messi? Ha vinto tutto, gli manca solo il Mondiale. Se vince con l’Argentina diventerà il migliore di sempre".
     


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