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Juventus, il Tottenham si batte così: il punto debole è Davinson Sanchez

Juventus, il Tottenham si batte così: il punto debole è Davinson Sanchez

  • Luca Bedogni
In pochi ricorderanno ancora l’amichevole di lusso fra Tottenham e Juventus, giocata lo scorso agosto nella cornice di Wembley. Soltanto una percentuale minima di questi pochi poi, attribuirà ancora valore a quella partita, finita 2-0 e dominata dai padroni di casa. Era calcio d’agosto. Ma tanto gli Spurs quanto i bianconeri, rispettivamente il 13 e il 19 del mese, avrebbero iniziato il loro campionato, gli uni contro il Newcastle, gli altri contro il Cagliari. Si disse giustamente che il Tottenham era ‘più avanti’. Tuttavia la fisicità degli inglesi, il loro ritmo, quel pressing alto e organizzatissimo sulla prima costruzione juventina, destarono comunque qualche preoccupazione passeggera, se confrontate schiettamente con l’impaccio di allora dei giocatori di Allegri. Era il tempo in cui guardando giocare la coppia Rugani-Chiellini, si temeva di aver perso qualcosa di fondamentale con la partenza di Bonucci. Ma Rugani sarebbe cresciuto, Benatia sarebbe rinato, eccetera eccetera... E ora la Juventus in Italia dà l’impressione di essere tornata praticamente imbattibile. Ma il Tottenham? Che strada ha fatto? In campionato è quinto a -4 dalla seconda in classifica che è il Manchester United a quota 56, mentre il City vola irraggiungibile a 72 punti. Se in Premier qualche passo falso c’è stato, gli Spurs hanno sorpreso tutti in Europa: primi e imbattuti nel Girone H con Real Madrid e Borussia Dortmund. Nel percorso della squadra di Pochettino, le imprese contro spagnoli e tedeschi brillano come pietre preziose. E mentre i fari della Champions erano spenti, nelle ultime tre gare di campionato il Tottenham ha fatto ancora parlare di sé, prima vincendo in casa contro il Manchester di Mourinho (2-0), poi pareggiando ad Anfield con il Liverpool (2-2), infine battendo l’Arsenal (1-0) questo sabato, nel derby di Londra disputatosi a Wembley. Partiamo proprio da qui per parlare un po’ di tattica. Come giocano gli Spurs? Come hanno giocato contro i Gunners?

IL 4-2-3-1 DI POCHETTINOIl modulo base di Pochettino è il 4-2-3-1. E’ infatti con questo schema che il Tottenham riesce a dare pressione (come pretende l’allievo di Bielsa) e al contempo a mettere in campo tutti i suoi talenti migliori: Kane, Alli, Son ed Eriksen. Sotto vediamo una squadra molto corta e stretta concedere la profondità agli avversari. E Aubameyang cade in fuorigioco. Pjanic e Higuain, regista di centrocampo e regista d’attacco, dovranno sfruttare questo aspetto, ma le aperture sulle fasce vorranno ancor più rapide e improvvise, per schivare la densità e l’intensità del pressing avversario lungo l’asse centrale. Altra cosa da notare sotto: a differenza della seconda punta Alli, Kane tende a restare più alto senza schiacciarsi sulla mediana nella fase difensiva. 



Anche contro il Liverpool ad Anfield il modulo era lo stesso (sotto nella variante 4-4-2). Un esempio di formazione, con in difesa il centrale colombiano Davinson Sanchez, prelevato in estate dall’Ajax. Proprio alla sua velocità è affidato il compito di recuperare all’indietro in extremis, quando la linea alta della difesa che sostiene la pressione viene oltrepassata da una palla lunga, e da un taglio o un inserimento improvviso. Dotato di un atletismo mostruoso, pecca però talvolta nelle letture.  



Ed ecco una situazione offensiva esemplare, nella partita contro il Manchester United del 31 gennaio. Da questa azione nascerà il vantaggio firmato dal danese Eriksen. Su una palla alta stacca il centravanti Kane. Dele Alli, il trequartista del 4-2-3-1, attacca l’area per primo alle spalle del difensore impegnato nel duello aereo con Kane. A ruota Eriksen si butta a incrociare il movimento di Alli intuendo non solo la seconda ma addirittura la terza palla (l’assist possibile del numero 20). 



E infatti proprio un colpo di tacco volante di Alli metterà Eriksen davanti al portiere avversario: 1-0 Spurs.




DIFESA A TRE, LA CHAMPIONS- In Champions però si è visto anche altro, soprattutto nei big match (ma era novembre). Pochettino, sia contro il Borussia Dortmund che contro il Real, è passato a tre dietro: il modulo utilizzato è stato un 3-5-2/5-3-2. In Germania schierò un centrocampo leggero, con Alli ed Eriksen mezzali, e Son seconda punta veloce in tandem con Kane. Lungo le fasce Aurier a destra, Rose a sinistra. Finì 1-2 per gli Spurs.




Ed eccoci invece alla gara di ritorno contro il Real Madrid. Wembley, il primo di novembre. I laterali in questo caso sono Trippier e Davies, come nel 4-2-3-1 di sabato con l’Arsenal. Ciò significa duttilità. In mezzo al campo compaiono Sissoko (che nel 4-2-3-1 può fare anche l’esterno alto, a destra, come ad esempio in quell’ormai lontana amichevole Tottenham-Juventus) e Dembélé. Siamo nel secondo tempo, Llorente aveva già sostituito Kane. Fuori inquadratura, tagliati fuori dall’azione restano Dele Alli ed Eriksen, rispettivamente seconda punta e mezzala del 3-5-2. 




Contro il Real infatti Pochettino irrobustì il centrocampo temendo il rombo di Isco e compagni, in più sfruttò davanti la fisicità di Alli per gli strappi in contropiede e per tenere su il pallone, in caso di apnea. Ne fece le spese Son, lasciato in panchina. Inoltre, poiché il rombo strutturalmente fatica  a coprire il campo in ampiezza, anche per questo Pochettino optò per il 3-5-2, dunque fu una scelta presa in base all’avversario. Ci sorprenderà anche contro la Juventus o si affiderà al suo modulo preferito, che ha provato e riprovato nelle ultime settimane di Premier? Del resto non si può certo dire che il 3-5-2 sia andato male, o che i tre tenori abbiano risentito della mancanza di Son. Esempio? La ripartenza che porta al terzo gol gli Spurs contro il Real. Qui si vede bene anche e ancora una volta l’intelligenza di Eriksen. In questo modulo veste i panni della mezzala offensiva, molto offensiva. I suoi inserimenti risultano letali anche partendo da dietro: Kane, ricevuta palla da Alli, dopo un numero di Alli, lo metterà in porta con facilità. Ma cosa sarebbe poi questo Tottenham senza la fantasia e l’imprevedibilità del talento di Alli? Senza un finalizzatore completo come Kane, che sa anche essere altruista?  






 

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