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  • Juve, Padoin:| 'Quelle due ore di mercato...'

    Juve, Padoin:| 'Quelle due ore di mercato...'

     

    «Avevo appena finito l’allenamento a Bergamo Era lunedì e mercoledì avremmo giocato. Sono arrivato a casa e c’era anche il mio procuratore che mi ha chiesto: “Vuoi andare alla Juve?”. Pensavo mi prendesse in giro... Da quel momento non ho pensato ad altro. La serata è stata movimentata perché è successo tutto in un paio d’ore, sono dovuto andare a Milano a firmare il contratto...».Quando i sogni si realizzano, tutto accade in fretta. E così, Simone Padoin, in neanche dieci giorni di Juventus si è subito ritrovato in campo, titolare in Coppa Italia, in una serata magica, a San Siro, contro il Milan. «Mi ha fatto un effetto incredibile - racconta il centrocampista durante il Filo Diretto di Juventus Channel - Non è da tutti una fortuna del genere e non avrei mai immaginato di esordire con questa maglia in una gara tanto importante. Se penso che poco più di una settimana fa ero all’Atalanta, non mi sembra vero. Da ragazzino si spera sempre di arrivare il più in alto possibile, ma non mi sarei mai aspettato di poter arrivare qui, anche perché avevo da poco rinnovato con l’Atalanta e a quasi 28 anni è dura ricevere una chiamata così importante».

    Certo il “salto” da Bergamo a Torino è stato notevole: «E’ stato un cambiamento radicale a livello di vita, ma come mentalità, visto che giocare per vincere è la cosa più bella, non credo avrò problemi da questo punto di vista. Mi sono accorto del cambiamento preparando al gara contro il Milan: con l’Atalanta avremmo riservato più attenzione alla fase difensiva, mentre qui si cerca di imporre il nostro gioco».

    Questa del resto è la filosofia di Conte, che Simone aveva già conosciuto all’Atalanta: «Ora lo vedo più tranquillo rispetto al periodo di Bergamo, soprattutto negli allenamenti. Sotto il profilo tattico credo sia cambiato molto, perché prima non si discostava dal 4-2-4, ma ora ha dimostrato di saper cambiare modulo e giocatori anche in base agli avversari e credo che questo vada apprezzato. Comunque è ancora un “martello”, da questo punto di vista non è cambiato. Credo che la Juve avesse bisogno di una allenatore del genere, amato dal pubblico. Quando i tifosi vedono alla guida della squadra uno come lui che ha dato tutto per questa maglia, si carica ancor di più».

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