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  • Juve, troppi infortuni: dipende dal ritiro

    Juve, troppi infortuni: dipende dal ritiro

    • Luca Borioni
    Ogni volta che una squadra si trova alle prese con infortuni in serie, si cercano le cause e i responsabili. Ma sappiamo che si tratta di una materia tanto complessa, che dipende da una serie di innumerevoli fattori, da rendere impossibile l’identificazione certa di una causa alla base di tutto. Quello degli infortuni a catena è stato però un problema, in questa stagione, alla Juventus. Problema ininfluente se si considera l’esito del campionato (e perché come dice Allegri, meglio vincere uno scudetto con tanti giocatori infortunati piuttosto che arrivare in fondo alla stagione senza guai fisici al secondo o terzo posto in classifica), ma anche un dettaglio da non sottovalutare specie nell’ottica degli impegni di Champions – o guarda caso alla vigilia di una finale di Coppa Italia - in tutti quei casi, insomma, dove conta farsi trovare pronti nel momento giusto. È anche da ricordare come, a inizio stagione, la Juve andò incontro alla peggior partenza della storia principalmente a causa degli infortuni che tolsero di mezzo, in quel periodo fondamentale, giocatori di riferimento in un gruppo nuovo, come Marchisio, Khedira, Morata e Mandzukic, per citarne alcuni. E poi Caceres, Chiellini, Asamoah, Barzagli…

    TEMA CALDO - Lasciamo stare che poi i bianconeri siano riusciti a trasformare le difficoltà in una straordinaria occasione per realizzare un’impresa storica. Di fatto, quando è stato il momento di affrontare la decisiva trasferta di Monaco di Baviera, sarebbe stato meglio avere a disposizione Chiellini, Dybala, Mandzukic dall’inizio e Marchisio. Allegri ha evidenziato, nell’ultima conferenza stampa, la ricorrenza degli infortuni al polpaccio, o comunque di quelli muscolari che meno di altri sfuggono alla classificazione. Per risolvere questi problemi sono già iniziate a circolare le prime voci su Julius Tous, preparatore con Conte che potrebbe rientrare nello staff bianconero. Segno che l’argomento è al centro del tavolo di discussione.

    IL RITIRO ESTIVO - Ma al di là di ogni considerazione, sembra evidente una causa tra le altre: il ritiro estivo. Il tema era emerso già a settembre. E Allegri ne ha riparlato come di un evento ineluttabile, o meglio è stata la Supercoppa piazzata l’8 di agosto a Shangai a creare una serie di conseguenze negative per la Juventus, che si era radunata il 20 luglio, appena 18 giorni prima, con molti nazionali reduci dalle partite di giugno e fatalmente a corto di fiato. Altre volte, in altre stagioni, erano stati invece i programmi legati al marketing, alle amichevoli da disputare in giro per il mondo a condizionare fortemente la preparazione, ridotta a una o due settimane in quota e adattata per il resto nel centro sportivo del club. Un problema comune agli altri club di vertice, non certo un’esclusiva.

    LA SOLUZIONE - Sono lontani i tempi dei ritiri in montagna da 20 giorni o più, appuntamenti immancabili nei quali si creavano le fondamenta non solo atletiche delle squadre. Ma la preparazione resta fondamentale, l’unica causa-effetto che possa collegarsi direttamente agli infortuni che si verificano nel corso della stagione. Oltre a nuovi preparatori e diverse metodologie, la Juve dovrebbe ripartire semplicemente da questo concetto. Impegni permettendo. 

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