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  • Juvemania: il gap aumenterà ancora

    Juvemania: il gap aumenterà ancora

    • Andrea Bosco
    Lo dico subito: brutta Juventus. Milan attento,  non bello ma efficace. Fa la gara che doveva fare. E per un tempo mette in imbarazzo i campioni d'Italia. Nel secondo sostanzialmente si pareggiano occasioni ed errori. Si va ai supplementari. Entra Morata e in due minuti decide la partita. Forse il suo ultimo gol in maglia bianconera. Forse, perché le ultimissime dicono di un Morata che avrebbe espresso il desiderio di restare a Torino. E questo, clausola di recompra o meno, potrebbe essere determinante.  

    NUMERI IMPRESSIONANTI - Anche la gestione della partita e degli uomini da parte di Allegri non mi ha convinto. La scelta di Hernanes per cominciare. E poi quel Lemina mezz'ala che magari non saprà ancora leggere la gara da mediano basso, ma che come mezz'ala rende meno che davanti alla difesa. E ancora, Morata e Zaza in panca. La decide la giocata del “blanco“, come tante altre volte in questi due anni. Sarebbe davvero un peccato se dovesse lasciare la compagnia. Pogba? Non questa sera. Rugani? Meno sicuro del solito. Merito ovviamente anche del Milan che esce battuto ma non sconfitto. Fatte le debite considerazioni, c'è una Juve che con Buffon (ma Neto ha fatto il su ), Bonucci, Marchisio e Khedira sembra un metronomo. E poi c'è una Juve come quella vista all'Olimpico:  imprecisa, incapace di prendere in mano il pallino del gioco. Restano i numeri. E i numeri sono strabilianti: Madama incamera per il secondo anno consecutivo Scudetto e Coppa Italia. Nessuno mai c'era riuscito prima. La Coppa è l'undicesima della sua storia. Senza dimenticare il quinto scudetto consecutivo. Un quinquennio che - visto da fuori - rappresenta qualche cosa di estremo. Non per loro. Per loro l'eccezione è la sconfitta. La Juventus, anche in difficoltà, come all'Olimpico, si  consegna alla normalità del suo destino: quello di vincere. Adrenalina e sofferenza insieme. Non esistono squadre imbattibili. Ma se vai in campo con quella maglia con quelle tre stelle sul petto, la gente si aspetta che tu vinca. Il pareggio è digerito male, la sconfitta uno sfregio. La Juve è così, perché  nel corso della sua centenaria storia, sempre è stato così. Con una differenza: oggi la Juventus esalta il collettivo, anche nelle serate difficili come contro il Milan. Se c'è una cosa che manca a questa Juventus, è il fuoriclasse che da solo possa in qualsiasi momento decidere la partita. Il Cesarini, il Martino, l'Omar Sivori, il Platini, il Baggio, lo Zidane, il Del Piero. La Juve di Conte e di Allegri ne aveva addirittura due: Tevez e Pirlo. L'auspicio è che lo possano diventare Pogba, Dybala, Morata (se resterà). Altrimenti la Juventus dovrà cercarlo. Perché sempre nella sua storia ne ha avuto uno così. Uno che ti dia quella sensazione di sicurezza che hai quando ti concedono un fido in banca . Con questo trofeo, la Juve in stagione fa tris. Lo score di Allegri nei due anni di permanenza a Torino è impressionante. Ma quello di Andrea Agnelli in sei anni di presidenza è incredibile: per contare tutti i trofei serve il pallottoliere. Una bella soddisfazione comunque, per il tecnico livornese, aver trionfato davanti al Presidente della Repubblica, a quello del Coni e a quello della Lega, contro la società che lo aveva sbolognato non senza polemiche (Barbarella),  e sotto agli occhi del padrone del Diavolo: il Cavaliere, che lo aveva bollato come uno “che non capisce un caz...“.  
     
    IL MILAN? NON DA RIFONDARE - Il Milan esce a testa alta, al pari di Brocchi. Era una gara dura, ma la differenza abissale certificata dalla classifica, all'Olimpico non si è vista. Il Milan è una buona squadra che non deve a mio avviso essere rifondata. Ha solo bisogno di correzioni. Un pensatore in mezzo al campo. E un centravanti diverso da Bacca che possa “combinare“ con Niang. E un “tutore“ al centro della difesa per Romagnoli. La carezza a fine gara di Allegri a De Sciglio potrebbe essere foriera di notizie per Calciomercato. Se il Milan entrerà nell'ordine di idee di cedere il suo esterno. Gara di sostanza la sua, con un buon tentativo verso la porta di Neto. Se poi dovesse arrivare Ibra: decide il Cavaliere. O forse decideranno i cinesi che stanno bussando per prendersi il pacchetto di maggioranza del Milan... 

    GODE IL SASSUOLO - C'erano anche tifosi del Sassuolo a vedere la finale di Coppa Italia.  Alla fine godevano come ricci. Giustamente. Perché  la sconfitta del Milan, apre al Sassuolo per la prima volta nella sua storia le porte dell'Europa, sia pure quella di seconda fascia. E contemporaneamente confina il Diavolo al settimo posto. Per il terzo anno consecutivo nell'era Berlusconi, il Milan non disputerà una competizione continentale. La vittoria della Juventus consegna l'ennesimo trofeo alla bacheca del suo Museum. Ma potrebbe essere foriera di importanti novità. In positivo e in negativo. In positivo: resta Morata ? In negativo: stante l'accesso all'Europa, Squinzi, magari limando sul prezzo prestabilito, potrebbe proporre ad Agnelli di far assaggiare a Berardi l'Europa restando ancora una stagione al Sassuolo. Nella peggiore delle ipotesi la Juventus dovrà cercare un esterno, visto che se le possibilità di permanenza di Morata sono salite al 25%, quelle di Cuadrado, segnano zero, virgola. Per quanto riguarda gli esterni, se De Sciglio è il preferito per gli esterni  bassi, l'unico nome accostato alla Juve per quelli d'attacco è Bernardo Silva. Se Berardi resta al Sassuolo, la Juve avrà un problema in più. A meno che Della Valle non capisca di avere un debito con la Juventus: la vittoria di Madama in Coppa Italia consente alla Fiorentina di entrare in Europa League senza passare dai preliminari. Non dico altro. 

    IL GAP E LA CHAMPIONS - Provo a tirare le somme. La tirannide della Juventus non accenna ad avere flessioni. Lo step prioritario la prossima stagione sarà la Champions. Come ho già scritto, la sua bulimia è frutto di un piano industriale, applicato senza deroghe. Ma è anche la conseguenza diretta di Calciopoli. La rabbia accumulata per un processo non equo dove la Juve ha pagato per tutti.  Oggi tra la Juve e le avversarie il gap è di almeno sei-sette anni. E se dal punto di vista sportivo le avversarie certamente hanno la possibilità di potenziare le rose per competere, la Juventus è lontanissima dalle altre quanto a fatturato. Gap destinato ad ampliarsi quando tra un anno sarà completato il centro polifunzionale della Continassa. Diciamo che la Juventus oggi è il Conte di Montecristo, tornato dopo l'inferno della detenzione a  regolare i conti. E se il 18 luglio il Tar dovesse esprimersi favorevolmente per quanto attiene al ricorso economico presentato dalla Juventus adversus Federazione, la situazione per Tavecchio si farebbe complicata. Troverà la Juve un giudice a Berlino? Il Tar è un tribunale imprevedibile: basterebbe lo trovasse, la Juve, a Roma. 

    MERCATO FERMO - Non ho notizie fresche di mercato. Si muovono gli osservatori. Quelli che segnalano i giocatori e prendono i primi contatti con gli agenti. Non voglio somministrarvi minestre riscaldate. Notizie non ce ne sono. Ma passato il “dì di festa“, qualche cosa comincerà a muoversi per una Juve sempre più competitiva. La torta già c'è. Manca la crema chantilly. La stanno ordinando.

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