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    Juvemania: grazie Buffon, ma la Juve non fa sconti a nessuno

    Juvemania: grazie Buffon, ma la Juve non fa sconti a nessuno

    • Stefano Discreti
    Tutto nella vita ha un inizio ed una fine. La meravigliosa storia in bianconero tra la Juventus e Gigi Buffon ha scritto pagine indelebili nel cuore di tutti i tifosi. È mancato “solo” il lieto fine, il coronamento di un inseguimento della “maledetta” che purtroppo Buffon si è visto sollevare davanti per ben 3 volte di seguito. Evidentemente doveva andare così. Come probabilmente doveva finire cosi anche la storia con la Vecchia Signora; un addio che ha il sapore di un arrivederci per il futuro, sotto nuovi ruoli ovviamente, ma che nell’immediato lascia aperte ancora tante ipotesi, alcune davvero variopinte. La Juventus è così, prender o lasciare. Vincere è l’unica cosa che conta e la pianificazione futura degli obiettivi non lascia mai spazio ai sentimentalismi. Mai. È già successo in passato con Del Piero, succederà di nuovo in futuro. Quando il tempo che passa diventa inesorabile non si fanno sconti a nessuno, nemmeno al migliore. Niente spazio ai richiami del cuore.  Meglio tagliare i ponti con la bandiera, il simbolo di turno piuttosto che mettere in difficoltà un compagno di gioco, un allenatore o un intero ambiente. È giusto così? Non lo sappiamo, di certo da sempre sostengo che il miglior modo di ritirarsi dal calcio giocato sia quello alla Platini, alla Zidane ovvero appendere gli scarpini al chiodo quando si è ancora al Top, venendo rimpianti da tutti e non compatiti. Buffon, è innegabile negarlo, negli ultimi anni ha intrapreso la parabola discendente della sua carriera. Nonostante questo però, essendo il miglior portiere di tutti i tempi per distacco, ha continuato a garantire un rendimento superiore agli altri.
     
    IL DOPO BUFFON - Per dire, chi scrive ritiene che Buffon al 70% del suo rendimento sia comunque superiore ad uno Szczesny al 100%, ma capisco la scelta della società di guardare avanti. Già Szczesny non è un portiere con grandissima tradizione internazionale e spesso in passato è stato penalizzato dai dualismi (in Nazionale o all’Arsenal, tanto per citare alcuni esempi concreti). Con un Buffon secondo a fargli da ombra la pressione per lui sarebbe triplicata e non gliene sarebbe stata fatta passare una. Cosa lascia alla tifoseria questa scelta? Sicuramente tanta commozione e tristezza per vedere l’ultimo eroe di Berlino 2006 sceso in Serie B con la Juventus chiudere la sua carriera in bianconero. Certamente insicurezza per il futuro, perché chiunque ne prenderà il posto (Szczesny stesso o Perin, come ormai sembra sempre più sicuro) mai potrà raggiungere il suo livello. Ragazzi, sta smettendo il più forte portiere di sempre, chi verrà dopo di lui non potrà mai raggiungere il suo rendimento. È normale che sia così, sta smettendo il Maradona dei portieri. Di certo, alcuni giudizi verso la società (e anche verso il calciatore) potrebbero cambiare se Buffon decidesse di continuare a giocare in altra squadra, per ancora un anno o due, che ambisce a vincere la Champions League. Lì, è ovvio che bisognerebbe porsi delle domande. A prescindere da quello che sarà, però, oggi non possiamo che rimarcare la coerenza della proprietà della Juventus, che da sempre mette l’obiettivo finale davanti alle persone. Giusto? Sbagliato? Poco romantico?  Di certo nell’epoca contemporanea del calcio schiavo del Dio denaro è l’atteggiamento giusto se si vuole vincere. Domani pomeriggio probabilmente qualche lacrima scenderà anche tra i membri della proprietà e della dirigenza ma da domenica mattina, potete scommetterci, si staranno pianificando i nuovi successi, dimenticando in fretta il passato. Non è cinismo, signori e signore questa è la Juve.

    @stefanodiscreti

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