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  • Juvemania: la rivincita di Allegri

    Juvemania: la rivincita di Allegri

    • Stefano Discreti
    La vittoria di Allegri - Il calcio è un gioco collettivo. Si perde in 11, si vince in 11. In alcune circostanze però ci sono anche persone che possono, da sole (o quasi), indirizzare il senso di una partita, in un verso o nell'altro. 

    Bonucci in castigo - Ha rischiato tanto Allegri, ancor prima di scendere in campo (immaginate che gogna mediatica gli sarebbe toccata in caso di sconfitta...), con la scelta di mandare in tribuna Bonucci dopo lo scontro di venerdì scorso, proprio alla vigilia di una delle gare più importanti della stagione bianconera. Nel volto triste di Bonucci, (anche nelle inquadrature dopo i gol) seduto su uno sgabello come un alunno qualsiasi in castigo, tutta l'amarezza di chi sa di averla fatta grossa.
    La speranza, per la serenità dell'ambiente ma non solo, è che il tutto rientri presto nei binari, perché inoltre questa Juve non può fare a meno di Bonucci anche se Allegri ha ormai dimostrato ampiamente, soprattutto dopo la fine del mercato di Gennaio, di avere preso totalmente in mano le redini della Juve.

    Comanda Allegri - Come anticipato anche ieri mattina in collegamento Skype con l'edicola di Premium Sport su Mediaset, il Mister si è liberato ormai di qualsiasi peso. Nessuno sa ancora se questa sarà effettivamente la sua ultima stagione sulla panchina bianconera, tutto dipenderà dalla sua volontà; ma di certo tutti abbiamo capito che dopo la fine del mercato di gennaio, Allegri ha deciso di rivoluzionare tatticamente la Vecchia Signora per aumentare i pregi della rosa (e coprirne i difetti), consapevole del fatto di non avere più obblighi o rapporti da fare a nessuno. In questo momento il Mister è un uomo solo al comando, liberato da ogni zavorra mentale, consapevole che restare o meno sulla panchina bianconera anche in futuro dipenderà solo da lui. 

    I cambi giusti al momento giusto - La fortuna aiuta gli audaci e Allegri anche in terra portoghese ha dimostrato che la svolta coraggiosa (da noi precedentemente invocata per mesi) iniziata a metà Gennaio ormai è la regola, non l'eccezione. A prescindere dall'avversario e della competizione in cui si gioca. Certo sarebbe quasi scorretto non evidenziare che la partita con il Porto è stata fortemente condizionata dalla follia dell'ex interista Telles, ma Buffon è stato spettatore non pagante in campo per tutta la gara. E quando in un ottavo di finale di Champions League il tuo portiere non tocca mai un pallone, vuol dire che sei sulla strada giusta. Per oltre un'ora è mancata però concretezza sotto porta (ma anche fortuna, come nel caso del palo di Dybala o della magia di Higuain), poi però Allegri ha azzeccato anche i cambi in ripetizione: prima Pjaca (come da noi 'spronato' da tempo) poi Dani Alves (finalmente recuperato). Vittoria archiviata e qualificazione ipotecata (grazie al supporto di tutti) con un unico protagonista indiscusso che rientra a Torino dalla trasferta portoghese: Massimiliano Allegri.

    @stefanodiscreti

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