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  • Juvemania| Termina l'operazione simpatia

    Juvemania| Termina l'operazione simpatia

    • Andrea Bonino
    La Juventus è sempre stata antipatica a tutta Italia. Perché vinceva o perché era arrogante, questo non è dato saperlo. Forse entrambe le cose. I colori bianconeri sono sempre stati poco simpatici ai calciofili. Questo almeno fino all'era della triade composta da Moggi-Giraudo-Bettega, culminata con lo tsunami di Calciopoli. Poi, dopo il ribaltone della giustizia sportiva ('giustizia'), la discesa negli inferi della serie B e il nuovo insediamento di Giovanni Cobolli Gigli e Jean Claude Blanc, la Juventus volta pagina. Parte l'operazione simpatia. La Signora cerca di essere più simpatica, cerca di sfatare il mito di bella, vincente e odiosa e tenta disperatamente di essere amabile. Risultato scontato, vista l'arroganza precedente, dovuta soprattutto alle numerose vittorie. Facile risultare più simpatici rispetto a prima. Peccato che 'l'operazione simpatia' coincida anche con una società poco brillante, piena di falle e, di conseguenza, una squadra con 'sero tituli' in quattro anni e qualche figuraccia di troppo, soprattutto quest'anno. Ora è cominciato il nuovo corso. Quello targato Andrea Agnelli, investito ufficialmente della carica di presidente soltanto due giorni fa, ma di fatto operativo da una ventina di giorni. Ed è cominciata anche l'era delle frasi fatte tipo 'non è questa la sede più opportuna per parlarne' o delle conferenze stampa più corte della storia: 19 minuti ieri per presentare la nuova triade; cinque minuti netti ad inizio mese nella conferenza stampa emblema del nuovo corso. Quel giorno il figlio di Umberto è venuto a Vinovo per presentarsi alla stampa, si è seduto, ha letto un comunicato e poi ha lasciato la sala stringendo mani ed elargendo sorrisi. Niente domande, niente contradditorio, nessuna risposta concreta. Tanto 'non è la sede opportuna'. Sembra di essere tornati ai tempi della triade e di Fabio Capello, quando le domande scomode venivano dribblate in maniera molto simile a questa, e le risposte erano esattamente come quelle date finora dalla Juve targata Agnelli. Quella era una Juve vincente, ma antipatica ai più. Speriamo che questo 'ritorno all'operazione antipatia' porti gli stessi risultati raggiunti in quell'epoca, senza la revoca e senza le intercettazioni, ovviamente. Per il momento il nuovo corso Agnelli è riuscito nell'intento di far storcere il naso ai giornalisti, come qualche anno fa. Non tanto per le scelte fatte, anzi. Finora, fino a prova contraria e fino all'inizio del campionato, tutte scelte oculate e molto interessanti. Delle scommesse che fanno ben sperare per l'inversione di rotta verso risultati più consoni a questi colori. Bensì per l'atteggiamento rivolto agli organi di stampa. Avere a disposizione il neo-presidente, il neo direttore generale, il neo-allenatore e l'amministratore delegato riuniti nella stessa stanza, nello stesso istante, avrebbe richiesto una conferenza stampa fiume. Come si faceva ai tempi di Lippi o Capello quando, prima del ritiro, la triade presentava alla stampa l'organico e lo staff al completo e, con la sala stampa gremita, si restava a fare domande fino allo svenimento per mancanza di ossigeno dato l'affollamento. Ora è tornato il tempo di 'non è la sede opportuna'. Speriamo che questa 'nuova operazione antipatia' porti ai risultati sperati. Quelli che competono al blasone della Juventus. Una Juventus bella, vincente e antipatica.

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