Calciomercato.com

  • Juventus:| Agnelli, processo a Vinovo

    Juventus:| Agnelli, processo a Vinovo

    • A.B.

    Andrea Agnelli porta la Juve alla sbarra. Tutti sotto processo oggi a Vinovo. 'Credo che domenica a Lecce i nostri giocatori non si siano nemmeno fatti la doccia, visto che in campo non hanno corso, né sudato', l'amara ironia. Accompagnato dal dg Marotta, stamani Agnelli interrogherà la squadra reduce dall'umiliante sconfitta di Lecce che ha fatto ripiombare l'ambiente nella depressione a soli sette giorni di distanza dall'esaltazione post derby d'Italia. Inoltre, il numero uno bianconero chiederà a Nedved di stare più vicino allo spogliatoio, così da infondere il cosiddetto dna vincente dimenticato in qualche cassetto della memoria.

    Squadra a rapporto: tutti sono in discussione, da Traorè a Del Piero. Nessuno è sicuro del posto, ad eccezione di Del Neri, al quale sarà confermata piena fiducia: 'Il nostro tecnico non è in bilico - assicura Agnelli - nonostante il momento difficile c'è piena unità d’intenti. Mancano ancora dodici partite, dobbiamo provare a vincerle tutte'. A meno di altri clamorosi passi falsi, il comandante resterà al timone fino a fine anno, a costo di affrontare nuove tempeste con l'ombrellino parasole. Questione di stile, quello che è mancato a Blanc e Cobolli Gigli nel cacciare via Ranieri nel 2009, ma non solo: confermando il tecnico di Aquileia, si vuole responsabilizzare il gruppo ed evitare di fornirgli l'alibi facile, di pronto uso.

    Nessun ritiro punitivo. L'unica cura, però, è nel lavoro. Oggi e domani la squadra sosterrà doppie sedute di allenamenti. 'Se tra un anno avremo gli stessi punti di oggi allora sì, ci sarà un problema', conclude Agnelli. Ma il guaio potrebbe presentarsi già a fine maggio, se la Juve dovesse fallire per la seconda stagione consecutiva la qualificazione alla Champions. Allora sì, il presidente ordinerebbe un'altra rivoluzione. E non si salverebbe nessuno, neppure Del Neri. Sarebbe l'ennesimo anno zero, dopo quello del 2006 quando, tra i borbottii del tifo, i dirigenti di allora annunciarono che per tornare a vincere sarebbero serviti cinque anni. Il quinquennio sta per chiudersi.

    (Leggo - Edizione Torino)

    Altre Notizie