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  • Klinsmann: 'L'Inter è la mia seconda famiglia. Ma è presto per allenarla'

    Klinsmann: 'L'Inter è la mia seconda famiglia. Ma è presto per allenarla'

    Intervistato da Panorama, Jurgen Klinsmann è tornato a parlare del suo periodo in Italia: "L'Inter è la mia seconda famiglia, è stato il primo e più importante passo fatto nella mia vita. Ma per ora non mi vedo sulla panchina nerazzurra. Mia figlia di 15 anni frequenta la scuola negli Stati Uniti e non posso trasferirmi ora. Cerco di conciliare il lavoro e la famiglia, da vent'anni vivo negli Usa. Quando ero allenatore del Bayern Monaco feci 42 viaggi tra Germania e California. L'addio al Bayern? Il rapporto con Rummenigge è ancora buono oggi, ma avevamo due filosofie diverse di lavoro diverse ed è stato giusto separarci". 

    DAL TRAP A ORRICO - "All'Inter fu molto importante il lavoro di Giovanni Trapattoni, un maestro della tattica. Ti correva accanto per tutto l'allenamento, guidandoti nei movimenti. Un approccio non facile per un tedesco, che è abituato all'azione, alla pratica più che alla teoria. Al mio primo anno forse ci fu un po' di appagamento, dopo la stagione del primato dell'anno prima. Quando sei tra le prime squadre della Serie A o della Bundesliga o della Premier League, la differenza non la fai con i campioni, quelli li hanno tutti, ma con la giusta mentalità, con la determinazione, con la capacità di gestire lo stress. Con l'allenamento mentale. Orrico? Aveva delle buone idee, forse era in anticipo sugli anni, avrebbe meritato maggior fortuna. Aveva una metodologia che, rivisitata in alcune parti, ho riproposto anche nella nazionale Usa".

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