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  • L'amico di Gattuso:| 'Corre 15 chilometri al giorno!'

    L'amico di Gattuso:| 'Corre 15 chilometri al giorno!'

    Gattuso corre anche con gli occhiali. “Fa una quindicina di chilometri al giorno. Non è facile tenerlo fermo…”. Gigi Riccio, dopo aver chiuso la carriera nel Sassuolo, si è trasferito a Gallarate, a pochi metri dalla casa del vecchio amico. “Di più, per me Rino è come un fratello” dice l’ex capitano del Piacenza, in biancorosso per sette anni. Riccio ha vissuto direttamente la vicenda che ha coinvolto il centrocampista del Milan, che lunedì ha convocato una conferenza stampa per raccontare pubblicamente la sua storia. Dietro gli occhiali con la montatura nera c’era Gattuso. A un certo punto Rino li ha tolti per mostrare l’occhio sinistro, visibilmente asimmetrico rispetto al destro. “Prima vedevo triplo, ora ci vedo doppio”. Gattuso parla con una maglia rossonera di Marco Simoncelli davanti al microfono. Parla dietro le lenti grandi. “Quando ti infilano nel cilindro della Tac e hai paura di avere un tumore, il pensiero va ai figli piccoli. Ora so che il peggio è stato escluso e quindi, nonostante tutto, posso tirare un bel sospiro di sollievo. Ce ne vuole per abbattermi…”. Il nervo ottico dell’occhio sinistro di Gattuso è malato. Se non guarirà da solo sarà necessario un intervento chirurgico. “Abbiamo girato più ospedali in queste settimane che in vent’anni di calcio” spiega Riccio, che oggi lavora per la Nike, è opinionista di Milan Channel e Sportitalia ed è responsabile della serie B per l’Aic, l’associazione italiana calciatori. “Abbiamo attraversato momenti drammatici: temevamo il peggio. Poi, quando gli esami hanno escluso qualcosa di più grave, abbiamo tirato un grande sospiro di sollievo”.

    Il coccodrillo calcistico di Gattuso era pronto per andare in stampa: quando i giornalisti sono stati convocati a Milanello erano sicuri di dover spulciare negli archivi polverosi per raccontare la fine della carriera di un mediano generoso vinto da un nervo ottico. Si sbagliavano. Rino ha solo voluto fare chiarezza sul suo problema dopo aver letto di tutto, “compreso che non ci vedevo più e che avrei potuto perdere l’occhio”. “Rino - prosegue Riccio - sta facendo una terapia di botulino che ha dato buoni risultati. I medici, durante i vari colloqui, ci hanno detto che per questo genere di cose serve tempo. Ci auguriamo che le condizioni dell’occhio possano migliorare ancora nelle prossime settimane. Senza occhiali Rino fa molta fatica e ovviamente non può giocare a pallone”. Però corre. “Dai dieci ai quindici chilometri al giorno ad alta intensità. E’ una valvola di sfogo importante, che dimostra ancora una volta il grande carattere di Rino. Non tutti nelle sue condizioni riuscirebbero a fare un simile sforzo ogni singolo giorno, però lui ci riesce grazie alla sua grande caparbietà. Rino è molto attivo, dinamico, non riesce a stare fermo per più di un minuto. Per lui non è semplice. E’ stata un’esperienza molto dura, difficile, anche se adesso che l’entità del problema è chiara siamo tutti più tranquilli”. Riccio passa con Gattuso diverse ore al giorno. “Non c’è bisogno di molte parole per capirci. Tra noi c’è un’intesa talmente grande che basta un gesto. In questi giorni gli sto vicino il più possibile, cerco di farlo restare sereno e tranquillo in attesa che il problema all’occhio si risolva”.
    L’amicizia tra Riccio e Gattuso è nata anni fa nelle giovanili del Perugia e si è fortificata sulle sponde del fiume Clyde, in Scozia. Nel 1997 il Glasgow Rangers li acquistò entrambi. Cercavano mediani doppio malto, gomiti alti e tackle duro. Il vero Gattuso è nato lì, in Scozia, dove il calcio è tosto ma leale. Si è fatto crescere barba e capelli ed è diventato Braveheart, un soprannome che si porta dietro ancora oggi. Rino imparò a rispettare tradizioni millenarie e ci rimase male quando un giovane del vivaio prese spazzola e lucido e cominciò a pulirgli le scarpe. “Lui non aveva problemi a farlo - raccontò anni dopo - per i ragazzini era normale. I problemi li avevo io. Così cominciai a pulirmi le scarpe da solo, anche se il mister non era d’accordo”. Gattuso restò un anno, Riccio rimase fino al 1999, quando si trasferì al Beveren, in Belgio. Il legame tra i due era già forte. Nel 2006 Gigi giocava nel Piacenza e segnò un gol importante al Modena. Gattuso gli mandò un sms di complimenti. “Noi due siamo come fratelli” disse il centrocampista, intervistato pochi giorni dopo da La Cronaca, quotidiano di Piacenza. “Ci conosciamo da una vita, Gigi ha fatto pure da padrino al battesimo di mia figlia Gabriela”. Gattuso fece lo stesso al battesimo di Lorenzo, il secondogenito di Riccio. “Tra noi - prosegue l’ex capitano biancorosso - c’è un legame fortissimo, indissolubile, fraterno. Un legame vero. Rino sa che può sempre contare su di me e viceversa. Quando ho bisogno di lui, Rino c’è. Sempre”.


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