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  • L'arbitro Rocchi:| 'Non ho ossessione Mondiale'

    L'arbitro Rocchi:| 'Non ho ossessione Mondiale'

    • Luca Cellini

    Fra gli arbitri emergenti proposti dal calcio italiano nelle ultime stagioni c'è sicuramente Gianluca Rocchi, promosso lo scorso dicembre con la qualifica di direttore di gara internazionale. 'Ho deciso di fare l’arbitro nel 1989, quando avevo quindici anni, perché con i piedi non ero un granchè ma avevo la passione per il calcio - ha dichiarato il fischietto fiorentino, ospite negli studi di Radio Toscana -. Il calcio rimane una passione ed essere dentro il campo è una grande emozione, e ti forma come sportivo e come uomo. Non c'è un episodio particolare che mi ha fatto capire di essere un grande arbitro, ma ci sono una serie di circostanze che mi hanno fatto intuire che ero sulla strada giusta. Quando ho esordito in serie A ho pensato alla mia famiglia, senza la quale non avrei potuto fare carriera a livello arbitrale. Non sono un tipo scaramantico come altri miei colleghi. Ho arbitrato diverse partite clou, ma il primo Roma-Lazio mi ha formato, vista la sua importanza'.


    'Un errore commesso sul campo lo si capisce al massimo entro tre minuti - ha aggiunto Rocchi -. Cerco di far sì che quell'errore possa rimanere l'unico commesso. L'auricolare ci permette un lavoro di squadra con assistenti e quarto uomo, e siamo un vero e proprio gruppo che fa da supporto al lavoro dell'arbitro che è quello centrale. Le terne fisse? E' una discussione spesso affrontata anche da noi, ma gli assistenti che abbiamo sono più o meno sempre gli stessi, e poi un ricambio può dare anche degli stimoli allo stesso arbitro per cercare collaborazione con altri. Gli auricolari sono un'innovazione positiva, perché danno un feedback immediato sulle varie azioni dei collaboratori. Non vivo con il pensiero di andare al Mondiale, sono già soddisfatto di dove sono arrivato oggi'.


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