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    L'ombra di Zidane su Deschamps: vincere il Mondiale per rimanere ct

    L'ombra di Zidane su Deschamps: vincere il Mondiale per rimanere ct

    • Furio Zara
    C’è un allenatore al Mondiale che ogni volta che si siede in panchina deve fare i conti con l’ombra lunga di un collega che grava su di lui. Se avete presente: il ct della Francia Didier Deschamps, l’ombra è quella di Zinedine Zidane cui pare - dalla stessa Federazione - sia stata già promessa la panchina della nazionale. La Francia ha timbrato gli ottavi, Deschamps sta facendo fino in fondo il suo dovere. Eppure: è un acrobata che cammina su un filo. Del resto - da uomo furbo qual è - Deschamps l’ha già dichiarato pubblicamente: "Zidane è un allenatore straordinario, prima o poi sarà ct della Francia". Ha giocato d’anticipo, altro non può fare. Zidane è una nuvola che gli gira intorno da anni. Già quando Deschamps andò a giocarsi lo spareggio del Mondiale in Brasile contro l’Ucraina, era il novembre del 2013. 'Liberation' scrisse che in caso di fallimento e di mancata qualificazione, era già pronto il sostituto: Zizou, che all’epoca era il vice allenatore del Real. Quella Francia ribaltò il 2-0 dell’andata vincendo 3-0, Deschamps salvò la panchina e in Brasile fece un percorso dignitoso, venendo eliminato ai quarti di finale da quella Germania che poi avrebbe vinto il titolo. Due anni fa, all’Europeo casalingo, il destino sembrava sorridergli, la Francia arrivò in finale ma venne sconfitta ai supplementari - e il modo ancora l’offende - dal Portogallo che privo di Cristiano Ronaldo trovò in Eder l’eroe di giornata. Deschamps è diventato ct della nazionale in un momento molto delicato per tutto il sistema-calcio francese. Era il 2012, si veniva da un biennio con Blanc in panchina e un’eliminazione ai quarti (dalla Spagna) ad Euro 2012, ma prima ancora c’era stato il disastro del Mondiale sudafricano del 2010, con l’ammutinamento della squadra e la delegittimazione dell’allora ct Domenech (licenziato dalla Fff al ritorno a casa). La ricostruzione è passata anche attraverso il lavoro di Deschamps, che si è presentato al Mondiale con una squadra giovane, talentuosa, muscolare e arrogante il giusto. Griezmann, Pogba, Mbappè, Giroud, Tolisso, Kantè: sono tutti ottimi giocatori, cui forse manca un vero e proprio trascinatore per fare il salto di qualità. In ogni caso, la Francia va: 2-1 all’Australia, 1-0 al Perù, 0-0 con la Danimarca, avanti a braccetto agli ottavi. Alla Francia di Deschamps viene imputato il gioco poco spettacolare, ma al capitano che da giocatore un Mondiale l’ha comunque vinto (nel 1998, in una squadra multietnica dove l’altro capitano era Zidane), interessa soprattutto fare molta strada, farne il più possibile. Dopo sei anni da ct, infatti, il ciclo di Didier sembra sia al tramonto. C’è Zidane che aspetta. E’ lì, pronto a fare un passo. Sarà lui con ogni probabilità il nuovo ct della Francia. A meno che a Deschamps non riesca l’impresa epocale. Vincere il Mondiale. A quel punto sarebbe molto, ma molto, difficile spodestarlo.

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