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  • L’ultima ferita di Bari:| 'Chiederemo i danni'

    L’ultima ferita di Bari:| 'Chiederemo i danni'

    C’ era un gladiatore anche a Bari. Amato e rispettato dal popolo del pallone biancorosso perché, per gli ultrà, Andrea Masiello «era uno di noi, sempre presente, sempre pronto a sputare l’anima in campo».

    Oggi, quel gladiatore gioca a Bergamo, ma, soprattutto, sembra intenzionato a passare alle cronache come il primo pentito di serie A nel tritacarne dello scandalo scommesse. Il primo, preziosissimo, contributo Masiello l’ha consegnato alla procura di Cremona. Poi, mercoledì, toccherà a quella di Bari ed infine, quando gli atti degli ultimi interrogatori arriveranno in Federcalcio, sarà il pm del pallone Stefano Palazzi ad interrogarlo. Partite, gol da fare e non realizzati, intermediari e veri e propri criminali: Masiello avrebbe dato peso e luce alle carte in mano degli inquirenti, ovvero a quella parte dell’inchiesta dove tutto sembra girare attorno al club della famiglia Matarrese. Nove sfide del campionato scorso, le ultime.


    Nove gare con il Bari in campo e la combine, o tentata combine, sullo sfondo: una partita su 4, o quasi, sarebbe il tragico impatto dello scandalo pugliese che ha catapultato in un niente la città al centro del mondo. Bari prova a smarcarsi. Il comune è pronto a giocare in contropiede visto che c’è l’immagine dei suoi cittadini da difendere. La riflessione è semplice: se il lavoro dell’accusa verrà confermato, il Comune cercherà di capire se può costituirsi parte civile. «Ci vuole la massima prudenza del caso - dice il sindaco Michele Emiliano - ma qualora venissero accertati i fatti, il Comune studierà come possa essere risarcito l’eventuale danno di immagine. Il calcio per una città non è soltanto uno sport, ma anche uno strumento di marketing». Si tratterebbe di una svolta epocale, perché andrebbe a scrivere un precedente in casi del genere. Comune all’attacco, club in silenzio.

    Il calcio, a Bari, ha il fiato cortissimo al punto che è arrivato il momento di vendere giocatori (il capitano Massimo Donati al Palermo) senza ottenere in cambio un euro, ma per liberarsi di ingaggi normali altrove, non a queste latitudini dove con lo stipendio di Donati si potrà pagare il resto della truppa. I Matarrese vivono ormai ai margini di una società gestita da un amministratore unico e sul mercato da più di due anni senza che si faccia avanti un imprenditore serio e credibile. Il gladiatore Masiello tentenna e fa tentennare una città intera. Da Bari-Chievo (0-1) del 20 marzo 2011 a Bologna-Bari (0-4) del 22 maggio scorso: lungo questo cammino in serie A dei pugliesi si inseguono i sospetti. L’ex difensore biancorosso avrebbe (per ora) raccontato del suo ruolo nella sfida di Palermo, quella che sarebbe dovuta finire con due reti di scarto, affare, per gli zingari, saltato per colpa di un rigore sbagliato dal palermitano Miccoli. «Almeno Doni dell’Atalanta giocava sulle vittorie della propria squadra, non a perdere. Aspettiamo prima di dare giudizi, anche se per molti ormai Masiello è come il capitano Schettino - così il Parigino, capo della curva barese -. Quando dai tanto, un tradimento fa ancora più male...».

    Ieri, lo stadio San Nicola era un gelo: freddo sulle tribune, ancora di più quando il Modena è uscito dal campo con il bottino pieno. «Ai ragazzi prima della partita ho detto di pensare solo al calcio giocato. Ora che abbiamo perso non nascondiamoci dietro agli alibi», precisa Torrente, tecnico del Bari. Sul futuro del club barese fitte sono le nebbie: difficile è indicarne gli obiettivi o le possibili ripartenze - forte è il rischio penalizzazioni o qualcosa di peggio - e i tempi dell’ultimo Conte in panchina o del primo Ventura sono lontani. «L’anno scorso c’ero, ma per me era tutto regolare...», così Rivas, uno dei pochissimi superstiti del naufragio in classifica del campionato di un anno fa (ieri, di quel Bari, c’era in campo il solo Castillo). La curva aspetta a srotolare lo striscione «Sei come Schettino...», che in molti avrebbero già voluto mostrare in faccia a Masiello ieri pomeriggio. «Avevamo sentito un po’ di puzza...», afferma il Parigino. Puzza di bruciato per una retrocessione in B già matematica ad un mese dalla fine della stagione.


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