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  • La Chilena, Signorelli: 'Venezuela, in Copa America dovevo esserci anche io. Mi ispiro a Rincon. Sarri come Sanvicente'

    La Chilena, Signorelli: 'Venezuela, in Copa America dovevo esserci anche io. Mi ispiro a Rincon. Sarri come Sanvicente'

    Nella Copa America 2011 il Venezuela ha stupito tutti classificandosi al quarto posto. Un risultato storico, il migliore di sempre nella storia della Vinotinto. L'obiettivo di quest'anno è provare a sorprendere ancora. La Federazione venezuelana si è affidata a Noel Sanvicente, leggenda del calcio locale e oggi ct. Alla spedizione in Cile prenderanno parte anche il genoano Rincon e Josef Martinez, attaccante del Torino. Chi, invece, non ci sarà è Franco Signorelli. Il centrocampista classe '91 dell'Empoli è stato escluso dalla lista dei 23 convocati e ha confessato tutta la sua amarezza in un'intervista a Calciomercato.com. Per riuscire a superare il proprio girone, il Venuezuela dovrà ottenere più punti possibile contro Brasile, Colombia e Perù. Nonostante la delusione, Signorelli è pronto a fare il tifo per i suoi compagni. Questo e tanto altro nel terzo appuntamento con La Chilena.

    Lei viene da Mérida. Ci racconti un po’ della sua città natale.
    Si trova in montagna, nella Cordigliera delle Ande, è una città molto bella e sono sempre usciti degli ottimi giocatori a livello nazionale. Il clima è buono, si vive bene il calcio e la gente è molto cortese.

    Il suo cognome ha chiare origini italiane. Da chi lo ha ereditato?
    Mio padre e mia madre sono entrambi venezuelani, mentre i miei nonni sono italiani, originari della Calabria.

    Quando è arrivato in Italia?
    Ho vissuto in Venezuela fino a 15 anni, poi mi sono trasferito ad Empoli. Il club mi ha portato qui dopo avermi osservato nel Sudamericano Under 15. Mi volevano anche alcuni club inglesi, ma ho preferito venire in Italia proprio per le origini dei miei nonni. A distanza di qualche anno, penso di aver fatto la scelta giusta.

    Oltre all’esordio in Serie A, in questa stagione ha tagliato un altro importante traguardo: la prima partita con la maglia della Nazionale venezuelana. 
    Tenevo molto a questa chiamata, ho sempre lavorato tanto per poter essere lì un giorno. Sono stato chiamato per altri amichevoli, ma purtroppo la mancanza di continuità in questa stagione mi ha penalizzato un po' e alla fine sono rimasto fuori dalla lista dei convocati per la Copa America.

    Che emozioni ha provato il giorno dell’esordio – 19 settembre 2014 – contro il Giappone?
    È stato un grande motivo di orgoglio. Avevo l'adrenalina a mille e non vedevo l'ora di poter indossare di nuovo questi colori. Avevo già giocato delle partite con le selezioni giovanili nel Sudamericano. Vivere quell'atmosfera e sentire l'inno del tuo Paese è fantastico.

    Oggi il commissario tecnico della Vinotinto è Noel Sanvicente. Che tipo di allenatore è?
    È molto moderno e preciso. Pretende che si giochi a ritmi alti con la palla a terra. Ci carica sempre molto e vuole che ci divertiamo quando siamo in campo e, secondo me, questo è fondamentale. In questi mesi ha imparato molto anche lui. È vero che allenato diversi club in Venezuela,  ma guidare una Nazionale è completamente diverso.

    Le ricorda in qualcosa Maurizio Sarri?
    Si, assomiglia parecchio a Sarri. Glielo ho detto anche quando sono stato convocato per la prima volta in Nazionale. Anche nel modo di essere: sono due persone che non mollano mai e che chiedono sempre il meglio di te. Persino il modo di giocare del Venezuela ricorda molto quello dell'Empoli. A livello tattico forse no, ma i metodi di lavoro sono molto simili.

    Se potesse prendere un giocatore dal suo Empoli per il Venezuela, chi sceglierebbe?
    Prenderei Sapo (Saponara). Sarebbe molto utile, vista la facilità che ha nel saltare l'avversario e nell'ultimo passaggio.

    Che ambizioni ha oggi la Vinotinto?
    Il Venezuela ha disputato una grande Copa America nel 2011. La voglia di ripetersi è grande, ma il nostro grande sogno è quello di qualificarci a un Mondiale. Non ci siamo mai riusciti. Penso che se chiedi a Sanvicente o a qualsiasi giocatore della Vinotinto se preferisca vincere la Copa America o partecipare a un Mondiale, sceglierà la seconda risposta. Ora però si pensa solo alla Copa America.

    A proposito della Copa America, come ha reagito alla mancata convocazione?
    Ci sono rimasto male, ci tenevo molto a questa chiamata. Ho fatto tanto con l'Empoli e penso che mi sarei meritato di essere lì. Nel calcio può succedere di tutto e le decisioni vanno accettate, però, anche se mi è mancata un po' di continuità in campo, credo che quello che ho fatto quest'anno meritava di essere premiato. Mi dispiace sia andata così, ma la realtà è questa e va affrontata a testa alta. Non mi rimprovero nulla, tutte le volte che ho giocato ho fatto del mio meglio per attirare l'attenzione del ct.

    Chi sarà l’uomo in più di questo Venezuela?
    Il gruppo. Sono felice che molti di noi sono riusciti a esprimersi ai massimi livelli fuori e a mettere in mostra il talento del nostro Paese, che spesso viene oscurato da potenze calcistiche come Brasile, Argentina e Uruguay. Negli anni passati Arango è senza dubbio quello che a fatto vedere le cose più importanti al di fuori del Venezuela. Oggi giocatori come Rincon, Josef Martinez, Rosales e Salomon Rondon stanno ripercorrendo le sue orme e questo è molto positivo per la Vinotinto.

    Ha fatto i nomi di Rincon e Josef Martinez, entrambi protagonisti di un’ottima stagione con le maglie di Genoa e Torino. Che ci dice di loro?
    Rincon, quando non c' Arango, è il nostro capitano. È un punto fermo della Nazionale da molto tempo, lo ha dimostrato pure nella scorsa Copa America. Ha carattere e personalità e lo ha fatto vedere anche in una piazza non facile come Genova. Lo stesso si può dire di Martinez: è molto veloce, tecnico e ha grandi margini di miglioramento. Forse deve diventare più freddo sotto porta, ma è molto giovane e col tempo migliorerà anche in quello.

    Chi è il suo idolo?
    Io seguo molto Rincon. Gioca nel mio stesso ruolo e mi piace molto a livello caratteriale. Dà sempre tutto per la nostra maglia. E’ chiaro, però, che il vero idolo sarà sempre Arango. E’ il primo che ha lasciato il Venezuela ed è riuscito ad affermarsi in Europa facendo vedere cose importanti per tutta la carriera. E’ un punto di riferimento per noi.

    Chi potrebbe essere una sorpresa della Vinotinto?
    Dico Murillo. Ha solo 20 ann, ma ha già giocato in Copa Libertadores. Ci si aspetta molto da lui.

    E’ tifoso di qualche club venezuelano?
    Sì, dell’Estudiantes de Mérida, la squadra della mia città. Ora non sta vivendo un grande momento, ci sono diversi problemi societari. Ma in passato ha fatto molto bene, anche in Copa Libertadores. Io ho avuto la fortuna di godermi i suoi anni migliori. Lottava ogni anno per le prime posizioni e vinceva sempre il derby contro il Deportivo Tachira.

    Dove seguirà la Copa America?
    Credo in Venezuela. La guarderò con un po’ malinconia visto che sarei potuto essere lì. Mi dispiace molto, mi hanno chiamato prima di diramare la lista dei convocati e mi hanno chiesto di andare in Venezuela per il 10 maggio, dato che non avevo avuto molta continuità in Italia. Io, però, ci tenevo a finire il campionato e, in ogni caso, l’Empoli non mi avrebbe lasciato andare. Gli ho comunicato che se mi volevano veramente, mi avrebbero dovuto aspettare. Il ct ha fatto delle altre scelte e non mi resta che accettarle.

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    Intervista di Matteo Palmigiano
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    CM Scouting di Federico Zanon
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