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La Juve vince ma lo Sporting conferma: il mercato dei doppioni è tutto sbagliato

La Juve vince ma lo Sporting conferma: il mercato dei doppioni è tutto sbagliato

  • Giancarlo Padovan
I tre punti ci sono, tutto il resto tornerà. La Juve che batte lo Sporting allo Stadium, prima di tutto riscatta la sconfitta con la Lazio in campionato e poi incamera tre punti fondamentali per il passaggio del turno in Champions. Il 31 ottobre si gioca a Lisbona e ci vorrà qualcosa di più e di meglio di quanto visto questa volta, però il carattere della squadra, quello c’è ancora ed è il connotato più importante. Allegri l’ha vinta con Douglas Costa che, al primo pallone toccato (un cross da sinistra), ha trovato la testa di Mandzukic ad anticipare il diretto concorrente. Era l’84’ e un secondo prima Allegri aveva tolto Sturaro (impreciso e sfinito), arretrando Cuadrado a terzino destro. Non una mossa disperata, ma da squadra in piena emergenza. Benatia era uscito alla fine del primo tempo chiamando in campo Barzagli, in panchina non c’era nemmeno Rugani, perciò Max si è inventato un cambio che avrebbe potuto squilibrare l’assetto. Invece, il gol al primo pallone buono, ha invertito la rotta e lo Sporting, che sembrava in controllo, si è messo ad inseguire nei pochissimi minuti che restavano.

Un pallone di Fernandes (ex Udinese ed ex Samp) ha attraversato tutta l’area perpendicolarmente alla ricerca di Doumbia (ex Roma), subentrato pochi minuti prima a Battaglia. Cuadrado, che ha fatto la diagonale difensiva ottimamente, non l’ha presa e l’attaccante dei portoghesi è rimasto ingannato. Grande brivido. Sarebbe finita con un pari che avrebbe complicato i piani della Juve e che avrebbe afflitto ancor più una truppa a meno cinque dal Napoli in campionato. Invece adesso a Lisbona si può andare per due risultati su tre e anche la gara in casa con il Barcellona non è così scontata.

Anche questa volta, comunque, la Juve ha rischiato grosso. Colpa delle assenze in difesa (De Sciglio e Howedes, ancora infortunati, e Lichtsteiner non inserito in lista Champions) e a centrocampo (Marchisio). Matuidi ogni tanto deve riposare e ha cominciato la partita in panchina, così in mezzo hanno giocato Khedira e Pjanic. Curiosità non esattamente statistica: tra gli undici titolari della Juve non c’era neanche un nuovo acquisto. Ciò significa che più di qualcosa sul mercato è stato sbagliato: troppi gli esterni d’attacco, nessun esterno basso di destra, tanto che Allegri prima si è inventato Sturaro e poi Cuadrado. Sul tema-mercato torneremo, ma quest’anno la società ha sbagliato: ha speso tanto per pochi giocatori, quasi tutti doppioni.

La Juve ha giocato un primo tempo modesto, un po’ perché in questo momento il gioco, o il suo abbozzo, non scorre fluido. Molto perché ad appena dodici minuti dall’inizio, lo Sporting è andato in vantaggio. Sturaro e Cuadrado hanno perso palla a destra, anche se molto lontano dall’area e Gelson Martins è stato lanciato nello spazio davanti a Buffon. Alex Sandro, che sarebbe potuto intervenire, ha stretto troppo facendosi superare dalla palla e così l’attaccante dei potoghesi ha avuto il tempo di presentarsi solo con la porta spalancata. Buffon, bravissimo, ha respinto, ma Alex Sandro, colpito sullo stinco, ha messo in rete. Prima colpa e poi sfortuna. Poteva essere l’inizio della fine, invece i bianconeri, pur non facendo moltissimo, hanno avuto il merito di non perdere la testa. Anche se con molta fatica la palla ha cominciato a correre con maggiore velocità, i passaggi ad essere precisi, le conclusioni a non mancare (Khedira prima, Mandzukic poi). Fino a quando non è arrivata la punizione dal limite che Pjanic ha trasformato con una traiettoria delle sue. Merito doppio perché a procurarsela era stato lo stesso Pjanic costringendo al fallo Battaglia. Poi, al contrario di Dybala che non ha prodotto nulla, si è visto anche Higuain. Al 43’ ha avuto sul destro una palla che ha scagliato sul primo palo chiamando Rui Patricio ad un intervento risolutivo. Nella ripresa, Higuain ha fatto di più. A parte che a tempo quasi scaduto ha scagliato un diagonale che avrebbe potuto ampliare il vantaggio, l’argentino è stato fondamentale per aprire il gioco, conquistare palloni, sporcare le traiettorie. Una gara di sacrificio, ma al servizio della squadra. C’è molto da fare per tutti, ma dopo una vittoria si ragiona meglio.

@gia_pad

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