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  • La Lazio batte la Roma nelle convocazioni per il Mondiale

    La Lazio batte la Roma nelle convocazioni per il Mondiale

    • M. A.
    La stagione è andata come è andata, ora la rifondazione sembra l’unica via di uscita da un’annata piena di tormenti tra contestazione, addii e flop di mercato. Ma c’è un dato, forse l’unico dell’attualità, per il quale la Lazio può vantare un sorprendente primato cittadino, in barba alla classifica che vede la Roma seconda e i biancocelesti decimi con prospettive massime di settimo posto finale in caso di vittoria (e di improbabile raffica di k.o. di Verona, Milan e Parma), domenica sera, sul Bologna già in B: un anno dopo la Coppa del 26 maggio, infatti, è della Lazio il derby mondiale.
    Sono sette i giocatori biancocelesti che voleranno in Brasile con la propria nazionale. Uno, forse due in più rispetto alla strabiliante Roma di Garcia (Destro è in forse e Nainggolan è riserva). E cioè: Biglia, Onazi, Gonzalez, Candreva, Lulic, Postiga e Klose, tutti già pronti per fare il check-in ai voli internazionali. Perché il Mondiale - come riporta il Corriere della Sera nelle pagine romane - è tutta un’altra cosa e non è detto che per giocarlo serva avere alle spalle una stagione di successi.
    Anzi, talvolta chi tira il freno a mano a gennaio, poi, a giugno-luglio, ha più benzina per spingere al massimo il motore. Non è il caso di Antonio Candreva, quest’anno trascinatore di una Lazio infarcita di zavorre. Lui il posto tra i 23 convocati finali di Prandelli (e anche l’interesse della Juventus) se l’è guadagnato sul campo, assist dopo assist (9) e gol dopo gol (12 in campionato più 2 in Europa League). E forse non è nemmeno la storia di Lulic, tornato ai suoi livelli solo da due mesi a questa parte. Ma pure Biglia, Onazi e Gonzalez hanno vissuto tra alti e bassi, spesso dandosi battaglia per la stessa maglia: uno giocava e gli altri fuori.
    Estremo, invece, è il caso della coppia che la Lazio non ha mai potuto schierare e che andrà in Brasile solo grazie al pedigree: Miro Klose e Helder Postiga. Il secondo non si è visto proprio, i 139 minuti in campionato da laziale (5 presenze in tutto) ne hanno fatto il fantasma più costoso della storia del club (più di 12mila euro lordi al minuto). Mentre Miro, appena 7 gol in 24 partite, ha vissuto la sua tipica stagione pre-competizione internazionale, come nel 2012 prima dell’Europeo: poche apparizioni, lunghi stop e capatine in Germania per le cure mediche in mano al medico della nazionale.
    Poca roba. Ma abbastanza per pescare il rinnovo nel club e un posto in prima fila per il suo ultimo mondiale: unica punta centrale del c.t. Loew, Klose proverà a battere il record di segnature nelle fasi finali detenuto da Ronaldo (15 gol contro i 14 di Miro). Se ci riuscirà, sarà quasi come segnare nel derby.

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