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  • La Premier trema: quanto è grande lo scandalo scommesse?

    La Premier trema: quanto è grande lo scandalo scommesse?

    • Francesco Cianfanelli

    Da settimane le prime pagine dei giornali sportivi inglesi sono occupate non solo dalle imprese delle squadre di Premier League, ma anche dallo scandalo calcioscommesse che rapidamente si espande. Questa settimana sono state arrestate sei persone, fra le quali i calciatori Sam Sodje, Akpo Sodje e DJ Campbell, attaccante che ha militato anche il Premier per diverse stagioni. Il reato imputato per ora è abbastanza limitato: aver pagato alcuni calciatori 70.000 sterline l’uno per prendere delle ammonizioni volontarie. Il tipo di scommessa che sarebbe stato sistemato a tavolino è infatti proprio quello legato al numero di cartellini in una partita, o all’ammonizione di un determinato giocatore nel Championship, ovvero la Serie B inglese. Grave, ma ancora siamo ben lontani da problemi più profondi come l’eventuale alterazione di un risultato. 

    Ma il rischio che le indagini arrivino a scoprire qualcosa di più grande toglie il sonno ai dirigenti della Football Association.

    L’incubo è che venga scoperto qualcosa di importante attorno alla Premier League, e al momento non è un sospetto campato in aria. Nelle riprese nascoste che il Sun ha divulgato pochi giorni fa l’ex nazionale nigeriano Sam Sodje parla anche della possibilità di intervenire sui risultati della massima divisione inglese e sul Mondiale in Brasile, grazie ad un gruppo di calciatori compiacenti. Dall’esperienza italiana sappiamo che la millanteria è all’ordine del giorno quando si parla dell’argomento, e non è difficile trovare persone nell’ambiente delle scommesse clandestine che si vantano senza motivo di riuscire a sistemare partite d’alto livello, senza in realtà averne la facoltà. 

    “Il calcioscommesse non va sottovalutato, ma al momento non è diffuso”, ha detto il segretario generale della FA Alex Horse provando a ristabilire la calma. Horse ha anche proposto l’idea di provare nuovi programmi già applicati nel cricket e nelle corse dei cavalli per combattere un analogo problema. Ma è difficile stare tranquilli quando ogni giorno esce qualche nuova indiscrezione. Ad esempio l’ex leggenda dell’Arsenal Paul Merson ha ricordato di essere stato avvicinato con la scusa di una tournèe promozionale negli USA (poi rivelatasi finta) da un gruppo di investitori intenzionato a capire se il giocatore fosse a conoscenza in anticipo dei risultati della Premier. Cose di alcuni anni fa, a testimoniare che il problema del “match fixing” non è nato settimana scorsa in Inghilterra, malgrado l’attenzione che le autorità concentrano sul possibile legame fra scommesse e partite di calcio, due cardini della vita proletaria inglese. Ma se c’è chi prova ad aggiustare le partite di Premier già da diversi anni e ci sono giocatori oggi in galera che nelle scorse stagioni hanno giocato nella Serie A inglese, come DJ Campbell, come si fa ad essere certi che anche le partite del massimo campionato non siano state alterate?

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