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  • Lazio da Champions:| Il segreto è nell'attacco

    Lazio da Champions:| Il segreto è nell'attacco

    • M.A.

    Se vi sorprendete per il rendimento della Lazio, siete fuori strada. Perché i 48 punti che si leggono oggi in classifica, sono gli stessi 48 del campionato scorso dopo 26 giornate. L'andamento è identico, con vista spalancata sulla Champions League: quarto posto e più quattro sull'Udinese allora, terzo posto e più due sui friulani oggi. Traduzione: è da qui in poi che si fa la differenza. È da qui in poi che Edy Reja dovrà lavorare sulle teste dei giocatori per evitare la sindrome del braccino: ecco perché il tecnico due giorni fa ha parlato apertamente di scudetto, per alzare l'asticella e 'costringere' la squadra a non fare calcoli.

    Quegli stessi calcoli che un anno fa costarono la Champions. Ma se la buca da centrare è la stessa - per usare una metafora golfistica -, questa Lazio sta tentando l'approccio al green in maniera diversa. Più aggressiva e meno conservativa. Perché in fondo se in organico hai uno come Miro Klose, è giusto guardare avanti piuttosto che indietro. È giusto sbilanciarsi. Nelle parole, parlando di scudetto. E nei fatti. E così, se la Lazio del campionato scorso faceva della fase difensiva la sua specialità, lasciando all'attacco un ruolo da comprimario (33 reti dopo 26 giornate, ottavo reparto del torneo), questa invece fa proprio dei gol il suo punto forte. La Lazio è da Champions anche (o soprattutto?) per le reti segnate fino a questo momento: 41, vale a dire terzo attacco della serie A. Meglio hanno fatto solo Milan e Napoli.
     
    E sai dov'è la differenza? In quel centravanti chiamato Klose, che da solo ha già fatto più dell'attacco di un anno fa. Miro è oggi a quota 13 reti: tanto per rendere l'idea, Floccari e Zarate - i titolari del ruolo 2010-11 - a questo punto della stagione ne avevano fatte in coppia 10 (6 l'italiano, 4 l'argentino). Con Miro è come giocare con un uomo in più: nei fatti, nei numeri, non solo nelle sensazioni. Ma Klose non è l'unica faccia dell’inversione di tendenza. Hernanes ha raggiunto domenica quota 8 reti, uno in più del Profeta edizione 2010-11. Il Profeta sembra molto più convinto dei suoi mezzi, atleticamente migliorato, soprattutto più decisivo anche nell’assistenza ai compagni. E un'altra fetta dei gol in più di questo campionato sono sulle spalle di Tommaso Rocchi, passato dall'unica rete del 2010-11 alle cinque attuali. Il capitano l'anno scorso fu frenato a lungo da un infortunio. E da un altro infortunio - lesione di secondo grado ai flessori della coscia sinistra - sta provando a recuperare ora. Rocchi spinge per tornare a disposizione, Reja lo aspetta: vuole un'altra freccia per scavare la differenza Champions.
     
    (Gazzetta dello Sport - Edizione Roma)

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