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  • Lazio, Petkovic: 'In Italia bisogna investire di più sui giovani'

    Lazio, Petkovic: 'In Italia bisogna investire di più sui giovani'

    Intervenuto alla presentazione del libro 'Uno sport per l'uomo aperto all'assoluto' di Edio Costantini, presso l'Istituto per il Credito Sportivo, il tecnico della Lazio Vladimir Petkovic ha parlato in generale del ruolo dell'allenatore nel calcio di oggi. 'Noi professionisti cerchiamo di proteggere i nostri atleti, di non esporli né a troppe critiche né a troppi commenti positivi: vivono un ambiente molto delicato, ogni parola e ogni gesto contano tantissimo e questo influenza la loro sensibilità - le parole di Petkovic riprese dal sito Lalaziosiamonoi.it -. Gli allenatori devono essere anche formatori, educatori, fornire esempi e direzioni nella vita degli atleti più piccoli. Nella mia esperienza in Svizzera abbiamo curato progetti in cui si cercava di educare i giovani, di portarli a svolgere compiti nella propria vita, nell'eventualità che non ce l'avessero fatta a diventare professionisti. Ogni tanto c'è la necessità di scontrarsi anche con le ambizioni dei genitori, che le proiettano sui propri figli. Bisogna evitare che questi ragazzi prendano la strada sbagliata: noi allenatori dobbiamo essere capaci di trasmettere valori, educazione, anche nell'alimentazione per esempio'.

    'La figura del mental coach? Sandro (Corapi, ndr) è un membro del nostro staff che ci può aiutare in certe circostanze - ha proseguito Petkovic -. Imparare a rilassarsi, a respirare in certi momenti, a gestire le proprie emozioni, è importante non solo nello sport, ma anche nella vita: ci saranno momenti in cui questi atleti dovranno saper gestire i propri figli, come crescerli e aiutarli. Con Corapi si fanno lavori motivazionali mirati, ma anche rivolti a creare una squadra, perché solo una squadra può ottenere i risultati sperati. Le differenze fra Italia e Svizzera? Sono da troppo poco tempo per valutare, però credo che si potrebbe dare più supporto a questi ragazzi, soprattutto quando passano dalla Primavera alla prima squadra: la maggior parte sono stranieri, devono avere la possibilità di imparare la lingua, di continuare a crescere culturalmente, di essere occupati da questo punto di vista quando non hanno gli allenamenti. Si può fare sempre di più, bisogna investire di più sui ragazzi'.

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