Fino ad ora, è un derby low profile. Si respira poco in città. Il che è esattamente in linea con lo stato psicofisico della Roma: morale sotto i tacchetti, cuore pesante, gambe che non sempre girano. La Lazio, invece, avrebbe tutti i motivi per prendersi la scena, almeno alla vigilia: la squadra è uscita rafforzata dallo psicodramma di una settimana fa, ha ripreso a vincere, conservando il terzo posto, e ha la grande occasione di 'ammazzare' la Roma. Forse ha ragione Reja, i biancocelesti scontano storicamente una copertura mediatica inferiore e meno entusiasta di quella riservata ai cugini. Per la prima volta dopo tanti anni, comunque, sono i giallorossi a sperare che il derby premi chi sta peggio.

Luis Enrique non può che affidarsi a Totti e De Rossi, i grandi assenti (per motivi diversi) della disfatta di Bergamo. Pjanic, se risolverà i problemi al retto femorale, e Borini, in stato di grazia, potrebbero essere le armi in più. La Lazio, invece, viaggia comoda sulle ali di Super Klose, già match winner all’andata. Reja si affida pure alla duttilità di Ledesma e alla regia di Hernanes, di nuovo ispirato. Ma l’emergenza terzini lo preoccupa: anche Konko sembra spacciato.

(Gazzetta dello sport - Ed. romana)