Calciomercato.com

  • Lazio viola di rabbia:| Petkovic un signore, zitto Lotito

    Lazio viola di rabbia:| Petkovic un signore, zitto Lotito

    La Lazio urla: «Punti regalati, ci sentiamo danneggiati, gli errori sono stati gravi ed evidenti, li avete visti. Il risultato è stato condizionato da un arbitraggio che va criticato, dobbiamo dare l’esempio, collaborare e comportarci con fair-play, ma la Lazio merita rispetto. Bergonzi è un arbitro di esperienza, uno dei migliori italiani, gli episodi che ci hanno penalizzati però sono sotto gli occhi di tutti. Chi ha giudicato non è stato all’altezza, c’è tutto per recriminare. Certi episodi ti lasciano pensare, ma dobbiamo essere positivi verso gli arbitri e avere fiducia nel sistema», è la denuncia del diesse Tare. Bergonzi, ancora lui. Il fischio fantasma del Friuli, il 2-0 dell’Udinese. Era Bergonzi l’arbitro di Udinese-Lazio, match contestato giocato il 29 aprile scorso. Era lui il direttore di gara, convalidò il gol di Pereyra anziché interrompere il gioco e scodellare il pallone (come da regolamento). I laziali erano a terra, pensarono al fischio finale e non ad uno scherzo esterno, scoppiò il caos. Quel gol avrebbe potuto pesare in caso di arrivo a pari punti tra Udinese e Lazio, quelle decisioni costarono tanto a Reja nel finale-Champions (Marchetti e Dias beccarono maxi squalifiche). La società parlò di “errore tecnico”, minacciò di chiedere la ripetizione della partita.

    L’INCONTRO - Bergonzi, rieccolo. La Lazio si sente nuovamente danneggiata, la denuncia di Tare è stata chiarissima. La squadra è rimasta in silenzio stampa, Lotito s’è chiuso in un silenzio polemico, davanti alle telecamere s’è presentato il diesse e ha svelato un retroscena. Prima dell’inizio della partita c’è stato un chiarimento tra i dirigenti biancocelesti e il signor Bergonzi, è avvenuto negli spogliatoi. Al centro del colloquio i fatti di Udine: «Non penso che i fatti di Udine abbiano inciso. Con Bergonzi abbiamo avuto modo di parlare negli spogliatoi prima della partita, abbiamo chiarito qualche screzio che cera stato in passato, abbiamo ribadito piena fiducia nel suo giudizio perché è tra i migliori in Italia. Ma ciò che è accaduto e ciò che lo riguarda non sono cose positive. Purtroppo in tutte le ultime partite in cui ha arbitrato la Lazio è stato molto sfortunato nelle sue decisioni. Con noi si dimostra poco sereno, non è successo solo nella partita di Udine». Tare ha parlato con calma, usando però termini forti. La denuncia è dettagliata, ecco le accuse: «La Fiorentina avrebbe dovuto chiudere il primo tempo in dieci, Tomovic andava espulso per doppio giallo, avremmo giocato tutto il secondo tempo in superiorità numerica. Il gol di Ljajic era da annullare, Jovetic era sulla traiettoria del tiro, in fuorigioco, i regolamenti sono chiari, non c’è bisogno di interpretarli. Il gol di Mauri era regolare e ci manca un rigore, braccio di Cuadrado. L’espulsione di Hernanes è stata esagerata» .

    PRADE’ - Tare non ha fatto nomi, ma certi riferimenti non sono stati casuali. Pradè in settimana aveva messo le mani avanti parlando degli arbitri e chiedendo rispetto per la Fiorentina. Ecco i risultati, la Lazio non ci sta: «Se questi sono i metodi, se basta lamentarsi in settimana per avere vantaggi, non ci sta bene. Così non è giusto! Pradè? Io non giudico queste cose. Non voglio pensare che le sue parole abbiano inciso». Ora è la Lazio che pretende rispetto: « Il nostro aiuto per gli arbitri è fondamentale, è giusto supportarli, ma episodi così gravi vanno criticati. C’è tanto in gioco in ogni partita, bisogna portare rispetto agli arbitri ma bisogna portarlo anche alla Lazio. Giochiamo tanto, siamo in campo ogni tre giorni e ogni errore può essere decisivo. E’ stata una giornata sfortunata per gli arbitri italiani considerando ciò che è accaduto a Catania» . La rabbia è forte, bisogna ripartire. Tare ha fatto i complimenti ai viola e ha ribadito fiducia nella sua Lazio: «Complimenti alla Fiorentina, nel primo tempo ha messo la Lazio in difficoltà, ha giocato un calcio aggressivo. Nella ripresa abbiamo reagito e abbiamo creato problemi ai viola. Non abbiamo concretizzato, ma nel secondo tempo la partita è stata giocata su un solo binario, la Lazio voleva vincere». Il diesse si aspetta una reazione immediata: «Guardiamo avanti, non possiamo fare altro. Mercoledì giocheremo contro il Torino e dovremo vincere per la classifica. Futuro? La sconfitta non cambia niente».

     

    Visto? Se l’aspettava, aveva predetto il rischio di condizionamenti arbitrali. Lotito aveva lanciato l’allarme a inizio settimana e ieri, per tutta risposta, è rimasto zitto, non s’è fermato davanti ai microfoni. Il presidente della Lazio s’è chiuso in un silenzio polemico, ha preferito non parlare, ha evitato di esprimere amarezza e rabbia, le sue proteste si sarebbero potute trasformare in un boomerang. L’arbitro Bergonzi, i fatti di Udine, l’uscita di Pradè in settimana ( «non ci sentiamo tutelati, non possiamo passare per una squadra che non dice mai niente», disse il dirigente viola), tutto questo allarmava Lotito. Era uscito allo scoperto parlando lunedì: «Le proteste di Pradè? E’ un modo sbagliato e vetusto di fare, se uno ha dei problemi deve rivolgersi alle istituzioni preposte, altrimenti c’è il rischio di creare condizionamenti», furono queste le parole del patron biancoceleste. Ci aveva visto benissimo.

    PRADE’ - Lotito in silenzio, non è andato in televisione, ha scelto una strada diversa rispetto al dirigente viola, se lo riterrà opportuno si farà sentire nelle sedi preposte, come è giusto che sia. Pradè invece è tornato a parlare, ma stavolta i torti li hanno fatti agli altri: «La Fiorentina ha fatto del fair play il proprio leit motiv, quindi capisco la posizione della Lazio e i commenti del suo diesse Tare. Con le mie parole non volevo creare disagi al calcio, ma credo che questo sia il solo modo che una società ha a disposizione per farsi sentire. Penso che ci sia sempre un modo per fare le cose, se si esprimono le idee con educazione non ci sono problemi, è giusto tutelare la propria squadra e la propria tifoseria. Non credo ci sia una cupola, ho vissuto un anno in Inghilterra e posso dire che i nostri arbitri sono tra i migliori». Una settimana fa era tutto un altro Pradè. Facile oggi…

    Tono da signore, concetti feroci, accuse durissime a Bergonzi, senza trascurare i meriti della Fiorentina. «La Lazio è stata danneggiata. E l’arbitro ha condizionato la partita» . Petkovic è uscito in dribbling dagli spogliatoi del Franchi, ha preso gli applausi dallo studio televisivo di Sky, è stato calibratissimo e incisivo in ogni risposta, evitando sarcasmo e veleni. Se l’è cavata con classe, ma ha portato sino in fondo la sua linea, spiegando e argomentando ogni aspetto. Lucidissimo e chirurgico nelle dichiarazioni. Ha cominciato così: «Non abbiamo regalato il primo tempo, volevamo tentare di prendere in pugno il gioco, ma devo fare i complimenti alla Fiorentina. Erano aggressivi, tenevano il pallone, ci hanno creato qualche difficoltà. E si è visto che non eravamo al 100 per cento. Non sono soddisfatto della prima mezzora, ma nella ripresa abbiamo dominato, stavamo giocando solo noi, sino a quando la partita non è stata decisa» . Primo affondo piazzato a Bergonzi. Petkovic è stato sollecitato nell’analisi degli episodi decisivi. «Si vede bene la linea. Mauri era in posizione regolare. Il gol era buono» . Sarebbe stato il pareggio al 14 del secondo tempo. Sei minuti prima Cuadrado aveva impattato con il braccio il cross di Lulic. «Era rigore? Considerando il criterio con cui è stata diretta la partita, penso di sì» . Ma è stata soprattutto l’interpretazione di Bergonzi a indispettire la Lazio. Petkovic ha continuato. «Non ci sono solo questi episodi. Mi riferisco alle ammonizioni. Ai primi cinque falli della partita, Bergonzi ha tirato fuori cinque cartellini gialli (nell’ordine Ledesma, Konko, Tomovic, Lulic, Dias) e la squadra si è innervosita. Queste non sono scuse, perché dovevamo continuare a crederci, a giocare. E poi vorrei rivedere il gol Ljajic. Jovetic era davanti a Bizzarri, quasi poteva prenderla di mano» . Disturbava il portiere della Lazio, gol da annullare. In quel momento, Petkovic ha alleggerito i discorsi, assestando un’altra stoccata con classe. «Non dobbiamo dimenticare troppo i meriti della Fiorentina. Ha giocato un buon calcio, è stata sempre propositiva e ha meritato la vittoria. Senza gli episodi, avrebbe meritato ancora di più» .

    CONTRASTI - Il tentativo di rimonta della Lazio è stato spento dalle espulsioni di Ledesma e di Hernanes. Petkovic è tornato sul tema iniziale. Se Bergonzi avesse applicato lo stesso criterio, Tomovic sarebbe stato espulso prima dell’intervallo. E non solo. «Io dico peccato. Si è rovinata una bella partita. Credo che Bergonzi potesse aspettare con certe ammonizioni. Ora ce ne sono cinque di arbitri in campo, potrebbero aiutarsi di più» . Servivano pressing e aggressività, Bergonzi non ha permesso alla Lazio di esprimersi. E’ questo il punto su cui il tecnico di Sarajevo ha insistito. «Ci siamo innervositi. La Fiorentina era aggressiva e teneva bene palla, noi ai primi quattro falli abbiamo preso quattro ammonizioni. Così la squadra è stata condizionata, aveva timore di andare al contrasto. Su un campo bagnato e così scivoloso, non è semplice fermarsi mentre stai correndo. Potevano esserci meno ammonizioni» . Una soprattutto ha pesato al 12′ del primo tempo. «Non credo che quel tocco fortuito di mano di Ledesma fosse da cartellino giallo » ha spiegato Petkovic. Poi è arrivato il rosso diretto a Hernanes, che ha perso palla e poi è andato a forbice su Cuadrado. «Credo sia stato un fallo più plateale e teatrale che cattivo. L’espulsione? Ci poteva stare anche soltanto il giallo» .

    PRESSIONI - La sintesi è feroce. «Non voglio aggiungere gocce di veleno alle polemiche. Ne parlerete per tre giorni. Certo il gol della Fiorentina, il rigore negato a Lulic, la posizione regolare di Mauri. Per quello che abbiamo visto, la Lazio è stata danneggiata» . Altra frenata per smorzare. «Non sono qui per giustificare o giudicare gli arbitri. Capita da tutte le parti del mondo. In Italia ci sono maggiori pressioni mediatiche, sbagliare è umano. Questa volta gli errori sono stati tutti a nostro sfavore». Il sospetto che le lamentele del ds Pradé all’inizio della settimana possano aver pesato su Bergonzi è fondato. Petkovic ha colpito di nuovo in contropiede. «Arbitro condizionato? Spero proprio di no. Altrimenti dovrei pensare che vinceremo con il Torino perché l’arbitro ci aiuta» . Neppure un allenatore italiano avrebbe parlato in modo così chiaro, diretto, senza giri di parole e con il tono giusto.


    Altre Notizie