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    Laziomania: la qualità c'ha rotto... l'anima

    Laziomania: la qualità c'ha rotto... l'anima

    • Luca Capriotti

    La cosa che mi ha colpito di più è vedere la Lazio un po' smorta, un po' senz'anima. Lo dico subito: qui condizione fisica e forza ci cova. Mancano, e allora tutto è più smorto. Dopo Empoli, Frosinone, i ciprioti: la Lazio ottiene tre vittorie, tutte e 3 risicate e tremendamente importanti. Io sono appassionato di peperoncino, dilettante allo sbaraglio nel mondo meraviglioso del piccante: mi chiedo se questa Lazio, questa vista contro l'Apollon, sia senz'acqua. Sia un po' senz'anima. Forse se l'è persa. Dove sta?

    Nel primo tempo la Lazio c'è stata, ha segnato, poteva perfino segnare ancora. Inzaghi sta levando la polvere a Luis Alberto e Immobile, ancora un po' inzuppato d'estate e col segno del costume Milinkovic. I Mondiali hanno un prezzo, prima e dopo. 


    Nel secondo tempo la Lazio si è afflosciata. Come se gli fosse venuta a mancare l'acqua. Come se dell'anima bella di cui questi stessi ragazzi erano portatori sani durante la scorsa stagione non fosse che rimasta una specie di ombra magretta. E l'ombra di qualcosa non ne è l'anima. La Lazio sembra mancare di nerbo, di violenza distruttiva, di quell'uragano estetico che si abbatteva sugli avversari. Prendeva tanti gol? Vero, ma ne faceva, spaccava le partite con fioretto e clava, ribaltava pronostici e smuoveva le montagne. Questa partorisce topolini, e pure a fatica. 

    Io sono appassionato di peperoncino, e spero sia tutta una strategia, una sequela di vittorie (sì, sembra assurdo, stiamo parlando di una vittoria) pure strettine, intricate, intristite, ma comunque vittorie, risultati, rendimento ai fini di classifiche e punti. Io spero che sia una strategia: come quella di chi non dà acqua per giorni alla pianta di peperoncino, a costo di vederla spegnersi un po'. Perché sa che tirerà fuori un frutto piccante, fragrante, reso più feroce e gustoso dall'assenza (oi, io faccio così, se sbaglio ditemelo, e ditelo ad Inzaghi). 

    Luis Alberto sembra testimoniare questa speranza nel post partita: anche lui sembra sperare in una specie di karma. Iniziare bene, per finire benissimo. Lo dico ora, sottovoce: se è una strategia, ragazzi, siete perfetti. Nel vostro afflosciarvi, per essere più intensi e forti dopo. 

    I margini ci sono tutti: di miglioramento, e sono ampi, importanti, si può migliorare praticamente ovunque, nelle idee, nella concentrazione, nel ritmo. I margini ci sono, nel senso di limiti: per ora questa è la Lazio, deve prendere il più possibile, e lo sta facendo, in un momento in cui l'orizzonte è limitato, come il fiato, le idee. Perfino i cambi di Inzaghi: copia e incolla un po' sterili della scorsa Europa League. 

    Ma se non è una strategia, se è una situazione, se c'è qualcosa da fare per alzare il livello, fatelo in fretta, fatelo bene, fatelo per tutti quelli che seguono la Lazio da anni, e hanno accumulato pane e bile e amarezze ed eroi. Ma se non è una strategia, se è una situazione, ricostruite l'anima di questa Lazio. Ridategliela, rimettetela tra cuore e spina dorsale: quell'anima che lo scorso anno ha reso possibile l'impossibile, quella, ridatecela!  L'anima servirebbe, non solo nelle imprecazioni. Dategli l'anima, si solleverà la Lazio.

    p.s. Oppure forse, come diceva uno splendido Pannofino in "Boris", la qualità c'ha rotto... l'anima. 


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