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Lippi: 'Questa Juve come la mia del '96, può vincere la Champions, Dybala mi ricorda Sivori'

Lippi: 'Questa Juve come la mia del '96, può vincere la Champions, Dybala mi ricorda Sivori'

Alla vigilia dell'andata degli ottavi di finale di Champions League tra Juventus e Porto, l'ex allenatore bianconero Marcello Lippi ha detto la sua sulle possibilità di vittoria dei bianconeri, durante un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Le grandi favorite, Barcellona, Real Madrid, Bayern, non mi sembrano irraggiungibili come un tempo. E quindi è logico e lecito che quest’anno la Juve possa giocarsi le sue carte. A dicembre avevo detto: Max ci sta pensando, ha in mente da tempo Dybala, Mandzukic e Higuain assieme, come le grandi d’Europa che schierano tutte tre attaccanti. Ma è andato oltre aggiungendo un quasi attaccante, Cuadrado, e un centrocampista offensivo, Pjanic. L’ha fatto bene, a piccoli passi. Preparando gradualmente la Juve alla seconda parte della stagione, quella della Champions. Allegri agisce con estrema intelligenza, non tutti i tecnici lo fanno. Alcuni credono di dover lasciare subito la loro impronta nella squadra cambiando moduli, sistemi e situazioni consolidate. Così invece la indeboliscono. Allegri è arrivato al 4-2-3-1 con i tempi giusti. All’inizio non aveva senso abbandonare il 3-5-2".

"Un’eresia immaginare la Juve tra le favorite? No. La squadra è sicuramente cresciuta. Sarebbe sbagliato dire che, essendo arrivata in finale nel 2015, adesso che è più forte vincerà: un’equazione forzata. Ma ci sono segnali importanti. Intanto una cosa su cui insisto: l’autostima e la convinzione che si acquistano giocando grandi partite contro grandi squadre. La Juve ha ormai compiuto questo percorso: il Borussia, il Real, il Bayern che l’anno scorso ha recuperato per miracolo, lo stesso Barcellona che se girava diversamente poteva anche perdere la finale. E poi un altro particolare molto importante: le favorite non sono più 'impossibili' come un tempo. Il Barça rischia l’eliminazione, il Bayern ha stravinto con l’Arsenal che però non è un test decisivo... La Juve ha un centravanti che segna a ogni partita, Dybala che mi ricorda Sivori, Mandzukic che si esalta nel nuovo ruolo. E poi Buffon, la difesa e Marchisio che sono sempre certezze. Il modulo ha retto anche contro squadre forti come l’Inter: non credo Allegri rinuncerà proprio con il Porto. I quattro davanti ci saranno, magari farà girare un centrocampista".

"Analogie con la mia Juve del '96? Tante. Soprattutto nell’atteggiamento, nella mentalità. Ma una differenza sostanziale: la mia aveva tre grandi attaccanti ma anche tre centrocampisti veri. Deschamps, Conte e Sousa, che oggi sono c.t., tecnico vincente ed emergente. Hanno imparato da me? Può darsi qualcosa, ma soprattutto hanno imparato dalla loro esperienza. La lite Allegri-Bonucci? Non sono problemi questi. Ma segnali di forte personalità di giocatori che vogliono essere sempre protagonisti. Senza dimenticare che storicamente, alla Juventus, certi atteggiamenti sono poco tollerati dalla società e dai senatori, molto ascoltati nello spogliatoio. I momenti di tensione sono inevitabili, ma i giocatori hanno stima del loro tecnico e, chiedendo scusa, dimostrano di aver capito l’errore. Se è successo anche a me? Certo! Con Vieri, e con Ravanelli: ricordo un suo gesto, ma nelle interviste io dissi che si rivolgeva a un amico in tribuna... Un allenatore ha il polso della squadra e non c’era motivo di pensare che ci fosse gente scontenta: anche perché vincevamo sempre. Tre anni il limite di sopportazione in una squadra? No. Il mio problema era la lontananza da casa, diecimila chilometri. Tre anni non possono portare all’esaurimento. Se Max avesse la percezione di non essere gradito non resterebbe: ma credo che questo sia l’ultimo dei pensieri della Juve e suo, in questo momento. Per ora pensano solo al sesto scudetto che li farebbe entrare nella leggenda e alla Champions che è fattibile".

"Avevo detto che la Juve poteva vendere Pogba a certe cifre? Infatti. È un grande giocatore, ma ho vissuto anch’io situazioni così da allenatore. Come quando l’Avvocato mi disse: 'Caro Marcello, purtroppo bisogna vendere Zidane. Ma stia tranquillo, reinvestiremo'. Io allargai le braccia, poi comprammo Buffon, Thuram e Nedved e arrivarono due scudetti e una finale di Champions. Mi sembra che con Dybala la situazione sia molto diversa, che ci sia un rapporto forte tra Dybala e la Juve, confermato ogni giorno. Le grandi sono interessate, ma credo non si ripeterà un caso Pogba. Sono sincero: quando vedo Dybala rivedo Sivori. Ha la stessa cattiveria, la stessa classe, gli stessi spunti geniali nei momenti decisivi. D’altra parte se dici Sivori dici tutto. Sono fatti della stessa pasta. Illusione Napoli? Ma il Real non è stato superiore dal punto di vista tecnico: è soltanto più abituato a giocare nell’atmosfera di certe 'cattedrali'. Il Napoli ha la stessa grande qualità e, in più, una filosofia di gioco particolare, riconoscibile, unica. Pur essendo la prima partita di altissimo livello non si è vista troppa differenza. Ribaltare il risultato non è impossibile. Il Napoli può fare due-tre gol al San Paolo, in un’altra atmosfera. Ma deve organizzarsi bene per non subire un gol, sennò è finita. Il Porto è un’ottima squadra, ben allenata da Nuno. Ha un atteggiamento di buona concretezza. Ma non c’è dubbio che una Juve concentrata e attenta, con l’obiettivo di imporsi in questa stagione, possa avere la meglio. Cominciando dall’andata. Escluse forse Madrid e Barcellona, il fattore campo conta meno di un tempo. E la Juve sicuramente non subisce la pressione della trasferta".

"Il Chelsea? Ci sarà il prossimo anno. Comunque, in caso, sarebbe una squadra molto organizzata, aggressiva, caratteriale ma avrebbe lo stesso qualche difficoltà: la Champions non è il campionato. Segnali positivi dall'Europa League? Sicuro. E non sono casuali, ma effetto del lavoro di Spalletti e Sousa. Hanno convinto i loro uomini che si può giocare fuori casa come a Roma o a Firenze. Un cambio di mentalità, un atteggiamento coraggioso. Unito al fatto che oggi queste spagnole e tedesche fanno un po’ meno paura, mentre le nostre hanno qualcosa in più. Serie A una A2 europea? Per niente. Quello che colpisce negativamente è che da metà classifica sembra sia tutto deciso. Ma il livello del nostro calcio si è alzato. Anche davanti: la Juve dà l’impressione di un dominio assoluto, ma la Roma segna e dà spettacolo, e il Napoli è fortissimo malgrado le sue disavventure, come aver perso Milik, inventandosi Mertens centravanti. Per non dire l’Inter di Pioli: ha vinto 9 delle ultime 10 partite, perdendo solo con la Juve ma giocando molto bene. L'Atalanta? A Bergamo sono felicissimi del grande lavoro svolto dalla società e da un allenatore fantastico come Gasperini. Nazionale? Era il momento di ricostruire. Un allenatore saggio e maestro come Ventura s’è trovato in mano materiale di altissimo livello. Con la fondamentale differenza, rispetto al passato, che questi giocano quasi tutti titolari. Quindi si può essere ottimisti".

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