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    Il cambio a Genova, l'equivoco azzurro: ora Insigne non è più imprescindibile

    Il cambio a Genova, l'equivoco azzurro: ora Insigne non è più imprescindibile

    • Alessandro Cosattini
    Contro la Polonia, Lorenzo Insigne ha disputato un’altra partita di gran lunga al di sotto delle aspettative. Chi attendeva un salto di qualità dell’esterno del Napoli nel 4-3-3 adottato da Roberto Mancini, per ora si è dovuto ricredere. Non solo Insigne non ha preso per mano l’Italia, ma non ha neanche mai provato il dribbling o tentato una giocata per creare superiorità numerica in attacco. E’ rimasto lì, isolato sulla sua sinistra, ad aspettare la palla che, però, è arrivata in rare occasioni. E lui non ha fatto nulla per entrare nel vivo del gioco della Nazionale, per 72’. Poi è entrato Federico Chiesa a dare la scossa e l’Italia ha cambiato volto. “Domani Chiesa gioca, sì”, ha detto ieri in conferenza stampa il commissario tecnico Roberto Mancini. L’esterno della Fiorentina in campo dall’inizio, Insigne in panchina.

    IL CAMBIO DI GENOVA - Insigne ha deluso ampiamente con Ventura nelle vesti di ct, per ora la musica con Mancini e il 4-3-3 adottato anche da Carlo Ancelotti nel Napoli non è cambiata. Stasera guarderà i compagni dalla panchina e ultimamente non è la prima volta che accade. A Genova è stato sostituito da Ancelotti dopo 45’ di gioco, a fine primo tempo. Una rarità per Insigne, solito giocare almeno fino al 70’ se non oltre nel Napoli. L’allenatore - si vocifera - più volte ha richiamato l’esterno a Marassi per qualche disattenzione di troppo in fase difensiva. Nessun litigio con Simone Verdi dietro alla sostituzione inattesa di Genova, ma solo ed esclusivamente una scelta tecnica. Nessuno è insostituibile nel nuovo Napoli di Ancelotti: sono rimasti inizialmente fuori Marek Hamsik e José Maria Callejon, Insigne è rimasto negli spogliatoi all’intervallo: in queste scelte iniziano a vedersi le prime differenze tra Ancelotti e Maurizio Sarri, ora al Chelsea.

    FATTORE RAIOLA - Il classe 1991 può star fuori in Nazionale (come stasera contro il Portogallo, in Nations League), ma anche nel Napoli, e Ancelotti gliel’ha fatto capire dopo sole tre giornate di campionato. Serve un cambio di marcia per tornare a brillare nel Napoli e iniziare a farlo in Nazionale, dove negli anni non è mai riuscito a far vedere quanto mostrato con la maglia del club partenopeo. Ancelotti aspetta il vero Insigne, Mancini anche: la stagione 2018/19 può essere quella della svolta, su entrambi i fronti. Lo spera lo stesso Lorenzo, che l’anno scorso è entrato a far parte della scuderia di Mino Raiola. L’estate è stata tranquilla, nessuna indiscrezione di mercato ha coinvolto Insigne, ma col potentissimo agente di mezzo mai dire mai. "Insigne capitano? Il Napoli è pronto ad avere Insigne come capitano? Non si può amare un calciatore un giorno e odiarlo quello successivo, troppo amore fa male”, dichiarava quest’estate lo stesso Raiola. Segnali di sofferenza di Insigne sono arrivati, qua e là: niente di preoccupante assicurano a Napoli, ma dovessero farsi più ricorrenti, l’agente in un batter d’occhio potrebbe pretendere cessione o rinnovo del contratto (l’attuale scade nel 2022). E quando poi c'è da trattare con il presidente De Laurentiis, non sono da escludere sorprese...

    @AleCosattini

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