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  • Maida: Roma, il male delle plusvalenze

    Maida: Roma, il male delle plusvalenze

    Senza una grande coppia di difensori centrali non si vince il campionato. Un’affermazione fi principio condivisa da molti tecnici (di solito vince lo scudetto la miglior difesa e non il migliore attacco) sulla quale Walter Sabatini ha costruito una singolare variante: con i difensori centrali si può finanziare il mercato. Tutto comincia con uno sbaglio clamoroso, l’ingaggio di Kjaer che non lascerà l’ombra di un rimpianto. A fronte di questo inciampo, però, ecco la clamorosa plusvalenza su Marquinhos che vola a Parigi per pensare in grande. Poi tocca a Benatia accasarsi nel Bayern per un’altra vagonata di euro. Alla fine arriva la cessione di Romagnoli al Milan. Un tris da oltre cento milioni per una storia che forse continuerà con Manolas, il greco che attualmente tiene in piedi la baracca insieme a Rudiger sul quale al momento il giudizio resta sospeso. Sembrava francamente un broccaccio, tanto da far rimpiangere Yanga Mbiwa ceduto frettolosamente al Lione senza avere garanzie sul pieno recupero di Castan. Ma il tedesco pescato a Stoccarda sta facendo vedere qualche interessante progresso. Chissà.

    La storia insegna e conferma che se il centro vacilla c’è poco da fare. La Roma di Viola e Liedholm vinse lo scudetto del 1983 con un centrale che ne valeva due, Pietro Vierchowood, prestato da Mantovani a Viola per motivi che forse non riguardavano il calcio. Proprio grazie al difensore sampdoriano, Liedholm riuscì a trrovare la collocazione giusta per Di Bartolomei, schierato in un ruolo che somigliava a quello del vecchio centromediano metodista. Una traccia che in qualche caso ha seguito Garcia fronteggiando l’emergenza con De Rossi accanto a Manolas. In attesa della prossima plusvalenza.

    Enrico Maida

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