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Giugliano a CM: 'Italia, seguici: si va al Mondiale. Tifo Juve, Del Piero idolo'

Giugliano a CM: 'Italia, seguici: si va al Mondiale. Tifo Juve, Del Piero idolo'

  • Mariachiara Rossi
Manuela Giugliano, è una calciatrice classe 1997, trequartista del Brescia e della nazionale italiana. Considerata da tempo uno dei maggiori talenti del calcio femminile, protagonista del Mondiale Under 17 del 2014, è l'espressione di un movimento in crescita e che continua a sfornare giovani promesse. La ragazza di Castelfranco Veneto si è concessa ai microfoni di Calciomercato.com per una breve intervista.

Come e quando ha incominciato a giocare a calcio?
"Ho incominciato a giocare a calcio a 6 anni, è stata la prima cosa che ho fatto. Seguivo mio fratello nel campetto fuori casa, giocavo con i ragazzi. Lui ora non gioca perchè si è infortunato. Mi divertivo, si vedeva già ai tempi che avevo qualcosa in più rispetto agli altri ma il calcio è una questione di famiglia. Mio padre ha giocato in Serie B, è stato un portiere".

Quale è il suo idolo?
"Il mio idolo è è Del Piero, sono tifosissima della Juve".

Ha esordito in Serie A con il Pordenone nella stagione 2013-2014, aveva 16 anni ed era considerata uno dei talenti più cristallini del calcio italiano. È stato un peso venire etichettata in questo modo o l'ha vista come un motivo per fare meglio?
"Sono sincera, in quel periodo pensavo solo a giocare e a divertirmi con tranquillità e serenità. Le cose sono venute man mano senza pressioni. Sicuramente esordire in Serie A era da sempre il mio sogno, ma incominciavo a vedere i risultati e immaginarmi il futuro".

Qual è la squadra a cui è rimasta più legata e in cui si è trovata meglio?
"La squadra in cui mi sono trovata meglio è stata la Torres. Avevo solo 17 anni ed è stata la mia prima esperienza da sola lontana da casa. La squadra era forte e l'ambiente della società stupendo, posso dire con certezza che è stata la mia annata più bella".

Al Mozzanica ha segnato 10 gol e al Verona 15. E' sempre stata una centrocampista in grado di fare molti gol o è una qualità che ha allenato nel tempo?
"Ho sempre avuto questa qualità che mi contraddistingue. Io mi reputo una trequartista ma al Mozzanica e al Verona ho fatto più l'attaccante. Quest'anno al Brescia ho cambiato ruolo, gioco molto più arretrata. Ho il compito di smistare i palloni e mandare in porta le mie compagne, quindi farò di sicuro meno gol".

Il Brescia è al secondo posto a 3 punti dalla capolista. La Juve è la vostra diretta rivale? Cosa pensa vi manchi per vincere il campionato o pensate di avere tutte le carte in regola?
"Il campionato è lungo e molto difficile. Per noi le squadre di Serie A sono tutte rivali allo stesso livello, non esiste una squadra più forte. Quest'anno è aumentata la qualità perchè partecipano anche squadre professionistiche, detto questo noi non ci sentiamo inferiori a nessuno e pensiamo di avere tutte le carte in regola per vincere il campionato".

Perchè dopo pochi giorni che era arrivata all'Atletico Madrid è tornata in Italia al Verona? Cosa ne pensa della possibilità di andare a giocare all'estero? Per esempio la tua compagna dell'Under 17 Martina Piemonte ora gioca al Siviglia.
"Sapevo che mi avresti fatto questa domanda, me lo aspettavo (sorride, ndr). Quando è arrivata la chiamata dell'Atletico Madrid non ci volevo credere, ero senza parole. E ho detto subito si. Una volta in Spagna però sono entrata in crisi, mi sentivo troppo sotto pressione. Non c'era nessun problema in famiglia ero io che per questioni di testa non riuscivo a essere serena in quel nuovo palcoscenico. Se ora mi arrivasse una nuova offerta dall'estero rifiuterei ancora. Detto questo non sono contraria a fare esperienze all'estero e sono la prima a consigliare di andare a giocare all'estero dato che in Italia il calcio femminile non è professionistico".

Cosa manca al calcio femminile italiano per competere con l'estero? Come si potrebbe dare una spinta definitiva al movimento? Quale squadra è in questo senso un punto di riferimento?
"Il nostro punto di riferimento in Italia sono Fiorentina e Juventus, ma anche Empoli e Chievo Valpolicella che sono squadre professionistiche e sono state le prime ad avere introdotto l'affiliazione con le società maschili. E' necessario dare maggiore visibilità al movimento femminile, per esempio trasmettendo le partite attraverso i diversi media. L'italia è ancora troppo indietro rispetto al calcio estero. Fuori dal paese i nostri punti di riferimento sono il calcio statunitense e quello tedesco".

La FIGC negli ultimi anni ha inserito alcune norme per valorizzare il calcio femminile. Una di queste è la possibilità di affiliazione tra  squadre maschili e femminili. Pensi che questa sia la squadra giusta da seguire?
"Si assolutamente vogliamo arrivare alla parità dei diritti anche nello sport e l'affiliazione è un mezzo per arrivarci. Ho sentito che l'Inter vorrebbe acquistare la squadra femminile in caso non venisse promossa in Serie A, questa è una cosa positiva".

Il Mondiale Under 17 del 2014 con la medaglia di bronzo è stato il più grande risultato mai raggiunto dalla nazionale italiana. Come è stato questo percorso?
"Per noi arrivare al terzo posto all'Europeo è stata una grandissima gioia perchè ci ha permesso di qualificarci al Mondiale. Durante il Mondiale sono due le partite che mi hanno emozionato di più: quella contro il Costarica perchè eravamo contro la squadra di casa e tutto il pubblico faceva il tifo per loro. La seconda partita è stata quella contro il Venezuela: ho sbagliato un rigore e fatto due gol, è terminata 4 a 4 e per tutta la gara abbiamo vissuto con la paura di non riuscire a portare a casa il pareggio".

Nel 2015 ha ricevuto la chiamata della nazionale maggiore, se lo aspettava? Cosa è cambiato da Cabrini alla Bertolini?
"Non me la aspettavo perchè pensavo di continuare con l'Under, è stato un grande salto, ma è il sogno di ogni calciatrice. Cabrini e Bertolini sono due mister totalmente diversi e mi sono trovata bene con entrambi. Cabrini appena arrivata mi ha dato una mano ad orientarmi con il gruppo, per me era un mondo nuovo. Melania Gabbiadini e Daniela Stracchi, che sono le veterane, sono state un punto di riferimento per me in questa nuova esperienza, non solo dal punto di vista calcistico ma anche morale".

Sei stata convocata per le qualificazioni al Mondiale e l'Italia ha vinto tutte e quattro le partite, quale è la Nazionale più forte per lei in questo momento? Quale è la squadra più ostica da affrontare?
"Le solite: Germania, Olanda, Spagna e ovviamente nel nostro girone il Belgio. Siamo consapevoli delle nostre qualità e abbiamo dimostrato di poter competere con tutti".

 Il fatto che la nazionale maschile non si sia qualificata al Mondiale, vi dà ancora più responsabilità nel vostro percorso al Mondiale?
"Inizio col dire che mi è molto dispiaciuto per la mancata qualificazione dell'Italia al Mondiale, ovvio che ora abbiamo una carica in più per dire che anche la nazionale femminile esiste, vogliamo dare voce al nostro movimento. Il nostro obbiettivo è qualificarci, poi penseremo al resto".

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