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  • Matuidi: 'Ecco perché ho scelto la Juve. Neymar e Mbappé? Qui c'è Dybala...'

    Matuidi: 'Ecco perché ho scelto la Juve. Neymar e Mbappé? Qui c'è Dybala...'

    Blaise Matuidi, arrivato alla Juventus in questa finestra di mercato dopo sei anni al Paris Saint-Germain, ha rilasciato una lunga intervista a L’Equipe. Tra i molti temi affrontati dal centrocampista anche i motivi che lo hanno spinto a sposare il progetto bianconero e le sensazioni dei primi giorni a Torino. 

    DIFFERENZA - “Strano arrivare nel ritiro della Francia senza essere un giocatore del PSG per la prima volta dopo sei anni? Non proprio. Quando arrivi qui, lo fai per difendere i colori della tua Nazionale. Sono soltanto le basi a cambiare. Ma io ho mantenuto la mia casa di Saint-Germain-en-Laye e dopo essere rientrato dall’Italia domenica, ho potuto dormire là e arrivare fresco fresco stamattina a Clairefontaine. Diciamo che è stata una transizione morbida”.

    JUVENTUS - “Ho scelto la Juve perché è un grande club, ambizioso, un’istituzione, una grande d’Europa che ho sempre invidiato. E’ la scelta per crescere ancora, nonostante i miei trent’anni. Firmando per la Vecchia Signora ho trovato una seconda giovinezza. Per me, il progresso continua”.

    MATRIMONIO IN RITARDO - “Cosa mi hanno detto i dirigenti della Juve? C’era una forte volontà di vedermi diventare un giocatore importante del club per i prossimi anni. Non è un trasferimento che si è concretizzato durante la notte, l’anno scorso era già in dirittura d’arrivo. Come si dice, meglio tardi che mai. Era il mio destino, il matrimonio è stato tardivo ma in ogni caso è stato celebrato. Spetta a me dimostrare sul campo che la Juve ha fatto bene a darmi tutta questa fiducia”.

    EVRA E POGBA - “Se ho chiesto consiglio a Paul e Patrice prima di venire qui? Sì, l’avevo già fatto lo scorso anno (sorride, ndr). Sapevo cosa mi attendeva. Ho la fortuna di avere la mia famiglia che abita a Torino, la città la conoscevo. Il club parla da solo, basta guardare alla sua storia. Dopo la mia presentazione ho visitato il museo e sono entrato nella sala con tutti i trofei. Mi brillavano gli occhi. Il mio percorso professionale continuerà qui e questo rappresenta un orgoglio immenso per me”.

    ADDIO, PSG - “Non è stato facile lasciare un club con cui ho condiviso tante esperienze. A Parigi ho trascorso sei bellissimi anni, con alti e bassi certo, ma porto con me soltanto bei ricordi. Ovvio, mi sarebbe piaciuto che certe cose fossero fatte in modo diverso, ma questo è il calcio. Se il PSG ha dimostrato veramente l’intenzione di farmi rinnovare? A un certo punto, sì. Verso la fine della scorsa stagione, mi hanno fatto capire che se avessi voluto rimanere, avrei potuto firmare. Ma già pensavo di andarmene. Ero convinto che una nuova avventura fosse necessaria: quando hai trent’anni, vuoi vedere se l’erba è più verde altrove. La mia scelta è andata verso una nuova sfida. Non mentirò: arrivando in Serie A, ho davanti a me una grande sfida sotto tutti i punti di vista, sportivo come finanziario”.

    TOP PLAYER - “Se non avrei preferito giocare con Neymar, Mbappé e Dani Alves? Ciò che contava per me era il mio futuro. Certo, sarebbe stato un piacere affiancare questi grandi giocatori, ma ce ne sono altri alla Juve, giusto? Buffon, Higuain, Dybala, Chiellini - che incarna questo club - e ne dimentico altri. Sono felice di crescere insieme a loro”.

    SU BUFFON - “Buffon? Sì, è impressionante. E non solo dal punto di vista sportivo. Umanamente, è un tipo molto aperto, che mi ha accolto benissimo. Ma lo hanno fatto anche Pjanic e Benatia, che è cresciuto a Clairefontaine. E’ super”.
     
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