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  • Milan ai cinesi, ma è senza soldi: ecco perché non può comprare

    Milan ai cinesi, ma è senza soldi: ecco perché non può comprare

    • Federico Albrizio
    Nuovo Milan, vecchio mercato: nonostante la firma ufficiale del signing (accordo preliminare) tra Fininvest e la cordata cinese rappresentata da Marco Fassone i rossoneri si trovano nelle stesse condizioni di ristrettezza per quanto riguarda i fondi destinati agli acquisti. Il budget a disposizione di Galliani per gli ultimi colpi al momento è alla drammatica soglia zero, il che permette dunque all'ad di cercare solo operazioni appunto a costo zero, e questo desta perplessità legate alla trattativa per la cessione della società. Al momento della firma sono arrivati 15 milioni di euro e sono attesi i restanti 85 previsti nel documento ufficiale firmato tra le parti nella prima metà di settembre. Una domanda è sorta nella mente di molti tifosi: perché il Milan non può chiudere colpi a titolo definitivo fissando la prima rata di pagamento a 30 giorni? Cerchiamo di fare chiarezza.

    QUESTIONE DI BONIFICI - La realtà è che il Milan paga ancora le scorie della scorsa estate, ossia della trattativa con la cordata guidata da Bee Taechaubol: Berlusconi (nella foto da Twittersi espose molto, fiducioso nell'esito dell'operazione col broker thailandese, tanto da spingere Fininvest a un investimento da oltre 90 milioni di euro per finanziare un mercato importante, purtroppo per i rossoneri non abbastanza per tornare nelle posizioni nobili della classifica o almeno tornare in Europa; uno sforzo economico che si è rivelato poi un boomerang visto il fallimento della trattativa, soldi mai rientrati come era previsto nella casse della holding italiana. Fininvest è rimasta scottata da questo investimento a perdere, tanto da decidere di non richiedere fideiussioni o più in generale finanziare nulla che non sia già coperto da bonifici arrivati da Oriente: le operazioni onerose compiute finora infatti (Lapadula, Gomez, Sosa) sono coperte dalla cessione di El Shaarawy e dai 15 milioni versati dai cinesi, più un piccolo extra-budget. Nonostante dunque apparentemente non vi siano particolari nubi nella trattativa con la cordata cinese e tutto proceda come da programma verso la cessione dell'intero pacchetto azionario resta un po' di timore in casa Fininvest e si è deciso così di non considerare quegli 85 milioni di euro restanti utili per il mercato in quanto fisicamente non ancora incassati: non si rischia più nulla, questo il diktat per la holding di Berlusconi.

    TRE SOLUZIONI - Mercato paralizzato dunque? Non del tutto. Il Milan continua a lavorare e tiene aperta la porta ad ultimi colpi, a patto che portino un effettivo miglioramento qualitativo alla rosa a disposizione di Montella. Le vie per farlo sono tre, a partire da quella già citata del low cost: prestiti secchi (come per Pasalic) o eventualmente con diritto, oppure parametri zero, operazioni insomma che non pesino particolarmente sulle casse rossonere. La seconda strada porta alla cessione di qualche giocatore, non si parla con tutto il rispetto di Vergara (che sta cercando una sistemazione) o José Mauri (vicino al passaggio all'Empoli, ma con la formula del prestito secco), ma di qualcuno che porti soldi freschi: via al momento tutta in salita, si era tentato e ci si era andati vicini con Bacca, al momento mancano offerte per altre potenziali fonti di liquidi come Luiz Adriano, per fare un esempio. La terza opzione è quella dell'autorizzazione concordata tra Fininvest e la cordata cinese di un extra-budget, come era accaduto in occasione della trattativa per Bentancur del Boca Juniors: non ci sono segnali di apertura al momento da quanto filtra, ma uno sforzo di questo tipo aprirebbe la porta ad esempio a Rodrigo Caio, altrimenti quasi impossibile per il Milan. In attesa del mercato di gennaio che dovrebbe essere di ben altro tenore dunque il Milan fa i conti e ragiona su operazioni oculate: ecco i margini di manovra per i rossoneri nelle ultime ore di mercato.

    Twitter: @Albri_Fede90

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