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  • Milan, l'attacco è il vero problema: tutti i numeri che inchiodano Montella

    Milan, l'attacco è il vero problema: tutti i numeri che inchiodano Montella

    • Daniele Longo
    Tra le principali cause che hanno portato il Milan nella fascia destra della classifica c'è sicuramente la scarsa vena realizzativa. Ai rossoneri mancano i gol dei centravanti, basti pensare che José Maria Callejon del Napoli ne ha fatti 5 che è anche la somma di quelli realizzati di André Silva, Patrick Cutrone e Nikola Kalinic in Serie A. Numeri impietosi che inchiodano la squadra di Montella e l'hanno portata a ben 12 punti di distanza dal quarto posto occupato dalla Lazio.
     
    MONTELLA E UNA COSTANTE NEGATIVA - Nella sua carriera da calciatore Vincenzo Montella è stato un vero e proprio incubo per molti difensori. Nesta lo ha indicato come l'avversario che più lo aveva fatto soffrire e il suo curriculum recita ben 237 gol realizzati tra squadre di club e nazionali. In perfetta controtendenza con quello che è il suo storico da allenatore, perché tutti i bomber che ha avuto a disposizione hanno fatto grande fatica a segnare. Basti pensare a Carlos Bacca, con cui c'è stato un rapporto molto teso fin dai primi giorni del suo insediamento a Milanello.  Lo scorso anno il nazionale colombiano si è fermato 13 gol in campionato, mentre in quello precedente, senza Montella in panchina, era riuscito a segnare 18 reti. Nelle 26 gare alla Sampdoria Eder e Quagliarella si sono fermati a tre. Stesso discorso per la sua esperienza alla Fiorentina, salvo l'exploit da 16 di Giuseppe Rossi nella stagione 2013/2014. Una prima punta con caratteristiche da seconda, non di certo un granatiere alla Dzeko per intenderci.
     
    DAL PUPILLO SUSO ALLE DUE PUNTE - Il trend negativo si sta confermando anche nella stagione attuale, dove è si vero che Cutrone e André Silva hanno una media di un gol realizzato ogni 135 minuti disputati ma la maggior parte di essi sono arrivati in Europa League. E'  sconcertante il fatto che uno come l'ex Porto, che è costato 38 milioni di euro più due di bonus, sia ancora a secco in Serie A. Kalinic è quello che sta facendo più fatica con una rete segnata ogni 235 minuti giocati ma nelle idee del tecnico rossonero resta il titolare designato, il giocatore che più si avvicina a quella che è la sua idea di calcio. Se il Milan non gira è perché non c'è chiarezza su quello che deve essere il giusto dispositivo offensivo. In fase di costruzione della squadra era stato pensato per giocare a due punte più il trequartista ovvero Calhanoglu. Uno spartito che non vede l'utilizzo di Suso, il pupillo di Montella, che è un giocatore atipico. Lo spagnolo è in grado di farti vincere le partite con il suo sinistro magico ma deve essere messo nelle condizioni di esprimersi al meglio per non diventare prevedibile nel suo modo di sviluppare le  migliori giocate. A prescindere dal modulo, sono la velocità, e la  scarsa verticalità,  con cui si sviluppa la manovra a rendere l'undici rossonero prevedibile. Tanti rebus di difficile risoluzione che si stan rivelando delle pericolose debolezze: il Milan e Montella devono trovare una soluzione in tempi brevi, se non vogliono veder naufragare una stagione con sei mesi di anticipo. 

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