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    Milan: la fragilità di Donnarumma è anche figlia degli errori di Raiola

    Milan: la fragilità di Donnarumma è anche figlia degli errori di Raiola

    • DL
    Le ultime 24 ore non saranno state sicuramente facili per Gianluigi Donnarumma. Nella testa i due macroscopici errori che hanno consegnato la coppa Italia alla Juventus,un peso enorme sfogato con le lacrime a fine partita.  A mettere il carico ci ha pensato il web, dove l'hashtag #Donnarumma era tra le prime tre tendenze di Twitter, colmo di meme ironici sul numero 99.  Una notte, quella della possibile ultima finale in rossonero, che si è trasformata da superlativa a 'tragica' nel giro di pochissimi minuti.
     
    SERATA DA DIMENTICARE - Gigio ha vissuto una serata da horror, nello spogliatoio era sicuramente tra i più delusi del gruppo. Prima Bonucci, poi Storari, Gattuso e anche Buffon hanno cercato di consolarlo e rassicurarlo dopo il triplice fischio finale di Damato. Nell'errore clamoroso sul terzo gol c'è tutta la fragilità mentale di un ragazzo di 19 anni la cui favola rischia di non avere un lieto fine. La colpa va anche ricercata nell'eccessiva esposizione mediatica di cui è stato vittima dalla scorsa estate, un fenomeno probabilmente unico nella recente storia del nostro calcio. Un giovane come lui ha bisogno di serenità per lavorare sui propri difetti e migliorarli e di essere consigliato da persone veramente interessate al suo bene libero da ogni congettura legata al guadagno. 
     
    AUTOGOL DI RAIOLA - Un buon agente è quello che riesce a costruire un progetto economico e sportivo di successo per il suo assistito. Sul primo aspetto Mino Raiola è da sempre un maestro, capace di far guadagnare fior fior di milioni anche a giocatori di medio livello. In questo il lavoro fatto con Donnarumma non ammette repliche, un contratto da sei milioni firmato alla fine della sua, sola, seconda stagione importante della carriera è qualcosa di straordinario. Quello che il procuratore olandese ha sottovalutato è che non tutti nascono con la stessa personalità di Zlatan Ibrahimovic, capace di farsi scivolare di dosso le critiche con una facilità disarmante. Il giovane Gianluigi non aveva di certo bisogno dei suoi continui attacchi al club di cui è tesserato, di essere l'oggetto di una contesa che si è spesso sviluppata oltre i limiti del buon senso. La strategia mostrata fin qui non sta portando alcun beneficio alla crescita tecnica del talento più cristallino del calcio Italiano, anzi c'è il rischio di andare incontro al più classico degli autogol come successo in passato con Mario Balotelli. 

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