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  • Militello: quando la maglia è troppo hot

    Militello: quando la maglia è troppo hot

    Leggo che la signorina Alina Yeremenko, professione pornoattrice, ha promesso all’asso della Dinamo Mosca Kokorin una maratona di 16 ore di sesso “se da qui alla fine del campionato fa almeno 5 gol”. Io ho controproposto: mezzora di petting in cambio di un cross come Dio comanda. Vi farò sapere.

    In questi 11 anni di militanza a Striscia ho avuto a che fare, per fortuna, perlopiù con la componente goliardica degli stadi. Ma a onor del vero, le mail contenenti racconti di vicende assurde e grottesche - riguardanti divieti, ordinanze, alzate di ingegno ed eccessi di zelo – consumatesi nel nostro calcio, a tutte le latitudini e in tutte le categorie, mi avrebbe agevolmente consentito di realizzare almeno un servizio a sera.

    Uno dei casi più sconcertanti mi fa tornare in Romagna: vengo contattato da Stefano, tifoso del Cesena, il quale racconta di come, pochi giorni prima, gli fosse stato vietato l’ingresso ai cancelli dello stadio di Rimini per il sentitissimo derby. Che aveva fatto egli (scusate se uso “egli”, è un mio pallino, lo impariamo sin dalle elementari e poi non lo usa più nessuno, invece va recuperato – NDA)? Si era presentato indossando la maglia del proprio beniamino, ANZI, donata e pure autografata dal proprio beniamino. Purtroppo per lui il giocatore in questione era Riccardo Bocchini (ognuno ha gli idoli che gli pare), difensore classe 1972 con una settantina di presenze in bianconero.

    Da qui il corto circuito: il funzionario ai tornelli decide che Simone con la maglia con scritto “5 Bocchini”, anzi “Bocchini 5”, non può entrare perché…offensiva! Hai voglia te a dire che è un calciatore davvero esistente, che c’è pure la firma sulla maglia (nella foto di 1.bp.blogsport.com quella del polacco Merda) , che allora chi ha la maglia di Strunz e Fava (Pirlo se l’è sempre cavata per un pelo)? Ma soprattutto: a chi diamine – e in che modo – dà noia la lettura di una maglia (la curva del Rimini è notoriamente piena di Superman, in grado di leggere i nomi delle maglie a 100 metri di distanza con su scritto un cognome, il cui unico danno nella vita - presumibilmente dalle scuole medie in poi - lo ha subito il titolare del cognome stesso? I lettori mi chiederanno: come andò a finire? All’italiana. Conciliaboli, occhiatacce e poi “vabbè entra… ma indossala al contrario(!)”.

    Dopo l’assurdo caso di Monopoli-Cavese, di cui abbiamo scritto la scorso settimana, sono stato ovviamente sommerso di segnalazioni kafkiane. Ve ne conto una al volo. Savoia-Matera, Serie C (dire “Lega Pro” mi fa venire un eczema): la partita è vietata ai tifosi ospiti ma, improvvisamente, lo diventa anche ai tifosi di casa, molti dei quali - biglietto alla mano - lo scoprono direttamente ai cancelli. Possono entrare infatti solo gli abbonati. Così recita l’ordinanza prefettizia, che motiva la tardiva decisione “in virtù delle criticità verificatesi nel corso della gara di andata”. 

    Opinabile nella scelta di tempo, ma ci può stare. Manca però un particolare: all’andata di tifosi del Savoia non ve ne era nemmeno uno! Fu loro vietata la trasferta a Matera con relativa chiusura del settore ospiti. Eccoci dunque dinanzi a un chiaro caso di “criticità medianica”.

    Ultim’ora di mercato: il portiere SZCZESNY sarebbe vicino al ritiro. Fonti vicine all’atleta polacco dicono che vorrebbe tornare a fare ciò che faceva prima: la terza riga dell’oculista.

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