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    Mirabelli: 'Era tutto fatto con CR7. Aubameyang? Montella voleva Kalinic'

    Mirabelli: 'Era tutto fatto con CR7. Aubameyang? Montella voleva Kalinic'

    Torna a parlare Massimiliano Mirabelli. L'ex direttore sportivo del Milan è stato ospite di Sportitalia, dove ha parlato della sua gestione del club rossonero e dei suoi acquisti: "Chi non opera non fa errori, in questo mondo bisogna cercare di fare meno sbagli possibili. Sono stati 15 mesi molto complicati, sarebbe ipocrita da parte mia dire che abbiamo fatto tutto bene".

    SUGLI ACQUISTI - "Anche alla Juventus di Marotta e Paratici servì più di un mercato per fare quello che hanno fatto. L'acquisto di Bonucci non può considerarsi un flop. Lui era convinto di venire al Milan quando lo contattai, non so cosa sia successo dopo che me ne sono andato, non si trovava bene alla Juve e noi cogliemmo l'opportunità. Dargli la fascia di capitano è stato un errore, c'erano altri giocatori davanti a lui. André Silva? Porterà una plusvalenza importante nelle casse del Milan, il club andava ringiovanito e ricostruito e noi abbiamo lavorato in questo senso prendendo giocatori di prospettiva. Credo che ci siano giocatori che possono costituire una base importante per il futuro, mi spiace che Silva non sia rimasto perché sono certo che avrà un futuro importante. Perché non ho preso Aubameyang? La prima scelta di Montella era Kalinic. Da anni è risaputo il rapporto con Aubameyang, ci siamo visti più volte e lui era il mio unico obiettivo per l'attacco anche se il Dortmund chiedeva tanto. Mentre lavoravo per portarlo a Milano dovevo sentire anche le richieste del tecnico che riteneva Kalinic come prima scelta. Era una trattativa difficile quella per il gabonese e sono intercorse altre trattative che poi hanno portato alla squadra che abbiamo costruito senza lasciare nulla da pagare perché quella proprietà ha pagato tutto quello che dovevamo. Noi trattavamo 4 attaccanti che erano Benzema, Morata, Higuain e Immobile".

    SU MONTELLA - "Arrivammo il 16 di aprile, nel derby contro l'Inter, e abbiamo finito una stagione complicata con Montella, che aveva fatto un buon lavoro. Secondo me meritava una chance di guidare ancora i rossoneri, col senno del poi è facile dire che abbiamo sbagliato, ma allora meritava di rimanere. Ci abbiamo pensato tanto su questa scelta, non abbiamo deciso in pochi minuti".

    SU CONTE - "Abbiamo ascoltato anche lui, abbiamo parlato direttamente. Una chiacchierata che però poi non è sfociata in nulla".

    SU FASSONE - "Devo dire grazie a lui, come a tutti quelli con cui ho lavorato in tutte le categorie. Non sono arrivato per caso al Milan, se poi per qualcuno la gavetta è una cosa negativa allora non posso farci nulla".

    SU RAIOLA - "Non c'è un odio o una guerra fra di noi, ognuno cercava di tutelare i propri interessi. Mino probabilmente era abituato in maniera diversa coi miei predecessori, Donnarumma non aveva rinnovato col Milan prima del mio arrivo nonostante gli ottimi rapporti coi rossoneri, fu un'estate molto calda e impegnativa che però alla fine ha portato al prolungamento del portiere senza dare a Raiola i 30-40 milioni di euro di commissione che chiedeva. Ibrahimovic? Scaldare il cuore dei tifosi con un grande campione che ha vestito la maglia rossonera è sbagliato. Lo offrirono anche a noi e dicemmo di no perché il Milan ha la necessità di acquistare giocatori per un nuovo ciclo e Ibrahimovic nonostante sia un campione a livello anagrafico non rientra in quest'ottica".

    SULLA ROMA - "Ovviamente ci andrei, non rifiuterei una loro proposta. Ma non so se Monchi andrà via o meno".

    SU RONALDO - "Era un'operazione che ci era venuta in mente e sottotraccia ne parlammo con Jorge Mendes. Sapevamo che poteva avere problemi al Real, parlammo anche di ingaggio e facemmo tutto, ma poi la proprietà cinese bloccò tutto perché non era sostenibile. Con la proprietà di oggi CR7 sarebbe stato rossonero".

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