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  • Ecco il River che sfiderà il Barcellona

    Ecco il River che sfiderà il Barcellona

    Oggi in Giappone ha preso il via il Mondiale per club, il torneo che riunisce le squadre più forti di ogni continente. Una volta si chiamava Coppa intercontinentale ed era la sfida tra due mondi opposti: Europa contro Sudamerica. La vincitrice della Coppa dei Campioni sfidava la vincitrice della Libertadores. Inutile negare che nell'edizione di quest'anno tutti si aspettano la finale più logica: Barcellona-River Plate. In effetti, tra le previsioni, questa è quella più ovvia. Il resto delle squadre partecipanti, infatti, presenta come al solito più curiosità che altro. Ci saranno il Club America, il Mazembe, il Guangzhou di Robinho, l’Auckland City e l'Hiroshima.

    L'ABBRACCIO DEL MONUMENTAL - Sul Barcellona, ormai, si è già detto e scritto di tutto. Ma se c'è una squadra che può mettere in difficoltà i blaugrana in una finale secca, quella è proprio il River plate. Tre giorni fa i Millionarios hanno svolto l'ultimo allenamento prima della partenza per il Giappone. Hanno scelto di farlo insieme al proprio pubblico, nel mitico stadio Monumental, davanti a 15 mila tifosi arrivati per salutare la squadra prima della partenza. E' stata festa vera, un abbraccio intenso come solo gli argentini sanno dare. Ed erano lì per far capire ai giocatori che loro al sogno ci credono davvero.

    DALLA RETROCESSIONE AL MONDIALE - In effetti perché non dovrebbero. Passato in soli 4 anni dall'inferno della retrocessione alla Copa Libertadores, il River è composto da una rosa interessante con la giusta combinazione di talento ed esperienza. A guidarli c'è Marcelo Gallardo, idolo indiscusso del club, l'unico millionario capace di vincere la Libertadores sia da giocatore che da allenatore. Tra i veterani, Gallardo può contare sull'esperienza dei cavalli di ritorno Javier Saviola e Lucho Gonzalez. Il conejo è tornato al River in estate, 14 anni dopo averlo lasciato per andare al Barcellona. Lucho Gonzalez, invece, dopo un'ottima carriera europea fra Porto e Marsiglia, è tornato al Monumental a fine carriera acclamato dalla tifoseria. L'operazione nostalgia si era completata col ritorno di Pablo Aimar, ma el Payaso si è ritirato quest'estate dopo l'ennesimo infortunio.

    MUCHO TALENTO - Oltre alle vecchie conoscenze del calcio europeo come Nicolas Bertolo (ex Palermo), Leonardo Ponzio (ex Zaragoza) e Tabaré Viudez (solo qualche minuto giocato con Milan), il River ha un bel gruppo di talenti già nel giro della nazionale. Emanuel Mammana, Leandro Vega, Sebastián Driussi hanno tutti 19 anni e con la maglia dell'albiceleste hanno dominato il Campionato Sudamericano Sub-20. In attacco, insieme a Saviola, i gol sono assicurati da Lucas Alario e Rodrigo Mora, supportati dal numero dieci Gonzalo Nicolás Martínez, promessa 22enne del calcio argentino. La vera grande promessa della squadra, però, è Matías Kranevitter, che dopo il Mondiale per Club dirà addio ai Millionarios. Il gioiellino 22enne ha infatti già firmato un contratto quinquennale per l'Atletico Madrid e al termine del torneo continentale sarà al sevizio di Simeone. Lascerà il River dopo il Mundialito anche Carlos Sanchez, che ha già firmato con i messicani del Monterrey.

    MIRACOLO POSSIBILE - Anche dopo l'infortunio di Neymar che potrebbe costargli l'esclusione dal torneo, le possibilità che gli argentini battano il Barcellona restano comunque poche. Ma la storia ha insegnato che, in una finale secca, i sudamericani possono fare delle sorprese. Il Boca Juniors fu in grado di stendere sia il Milan che il Real Madrid, e nel 1996 la Juventus riuscì a piegare il River soltanto a 8 minuti dal termine con la magia di un Del Piero 22enne. Stavolta, contro il Barcellona dei record, l'impresa entrerebbe di diritto nei libri di storia. 

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