Calciomercato.com

  • Morosini:| Un ragazzo diverso da tutti

    Morosini:| Un ragazzo diverso da tutti

    Ci siamo conosciuti su un aereo che portava la famiglia della Nazionale Under 21 verso l’Azerbaijan, per giocarsi la qualificazione all’Europeo. Ti eri seduto al posto accanto al mio, chiedendomi prima, con timidezza: «Mi scusi. E’ occupato?». Non ero abituato a sentirmi dare del lei da un mio quasi coetaneo. Ma tu, Moro, eri così. Completamente differente dallo stereotipo del calciatore tutto veline, orologi di marca e macchine veloci. L’avevo capito da quel “lei”. Sei riuscito a confermarmelo poco dopo, tirando fuori dal trolley un libro di Milan Kundera: «La vita è altrove». Non volevo crederci. Probabilmente ho sgranato gli occhi. Tu mi hai guardato e con una battuta mi hai detto, sciogliendoti nel tu: «Dai, non è un reato se un calciatore legge qualche romanzo ogni tanto, non credi?». Poi un sorriso. E lì mi hai stupito un’altra volta, Moro, con la tua spontaneità. E abbiamo iniziato a parlare. Di letture, di vita, di calcio. Uno con la tua storia non poteva avere paura di affondare un tackle. I tacchetti che incidono la carne fanno meno male che restare orfano di madre e padre quando sei ancora giovane. Troppo giovane. Prima il cuore di mamma che si ferma, subito dopo l’addio al babbo. La filosofia può aiutarti quando rimani solo con i tuoi pensieri, con i tuoi fantasmi. L’amore per la famiglia: il pensare prima a loro e poi a te stesso. Tuo fratello e tua sorella che soffrono per handicap fisici. Tuo fratellino che decide di togliersi la vita quando tu hai solo sedici anni! Non si può soffrire troppo... 

    Ti guardavo, mentre raccontavi. Raccontavi i tuoi passi, bimbo nella tua Atalanta: dieci anni di vivaio e uno scudetto nella categoria Allievi. I primi passi nel professionismo, a 19 anni, con la maglia dell’Udinese. Passi divisi a metà: uno in prima squadra (compreso un gettone in coppa Uefa), uno in Primavera. Poi l’avvio dei giro d’Italia in prestito: Bologna, Vicenza, Reggina, Padova. Un tragitto troppo breve, scopriamo ora, ma intensamente pieno. Anche d’azzurro: fin da giovincello, dall’Under 17 all’Under 21 senza saltarne una in mezzo (l’Under 18, la 19 e la 20). Calci a un pallone mentre la vita usava te, come pallone. Duramente, senza pietà. Ma senza piegarti. Ricordo quando mi hai detto: «Per favore però queste cose non scriviamole sul giornale. Non voglio che la gente, che il mondo del calcio mi giudichi per ciò che mi accade in tutto quello che non riguarda i 90 minuti. Non voglio suscitare pietà negli altri».

    Altre Notizie