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  • Napoli, gli eroi degli anni '80 dell'1-3 contro la Juve ricordano quell'impresa

    Napoli, gli eroi degli anni '80 dell'1-3 contro la Juve ricordano quell'impresa

    • G.S.

    Allenatori, calciatori e addetti ai lavoratori provano a smorzare i toni ma presente e passato “inchiodano” Napoli e Juventus, protagoniste sabato del revival anni 80. Quando gli azzurri, nel novembre del 1986, espugnarono il comunale con una maestosa prova di forza, capirono di poter conquistare il tricolore, nonostante il campionato fosse cominciato da poche giornate. Oggi, un successo allo Stadium, potrebbe avere la medesima valenza, al di là del distacco numerico. Tra i protagonisti di quella splendida impresa, figurano Moreno Ferrario, Bruno Giordano e Giuseppe Volpecina. Il difensore pareggiò il gol di Laudrup, l’attaccante realizzò il raddoppio e il terzino partenopeo, con un eccezionale sinistro a giro, pose il sigillo sul match, mandando in visibilio gli oltre ventimila tifosi napoletani presenti allo stadio.

    Un ricordo indelebile, ancora vivo nei pensieri di tutti e tre gli ex azzurri. “In quella gara ci rendemmo conto della nostra forza - ha raccontato Bruno Giordano - perché sapevamo di essere bravi ma non fino a quel punto. Dopo lo svantaggio ci fu una reazione incredibile al punto di chiudere i bianconeri nella propria area. Il cammino di quest’anno ha molte similitudini con il nostro. Certo, noi avevamo Maradona che era un mostro, oggi c’è Higuaìn che segna come non mai”. “Quella fu una grandissima partita - ha raccontato Giuseppe Volpecina perché ci diede le conferme che ancora cercavamo. Dopo quell’uno a tre, capimmo che di avere tutte le carte in regola per farcela ed infatti riuscimmo a conquistare il primo tricolore della nostra storia”.

    Il ma indica una possibilità, la stessa sponsorizzata da Moreno Ferrario e da sei milioni di tifosi sparsi nel Mondo, già in ansia per il grande appuntamento del pre san Valentino: “Se il Napoli dovesse vincere a Torino contro la Juventus lo scudetto diventerebbe realtà. Sì, a quel punto una città intera comincerebbe a crederci per davvero, così come la squadra. Non è un discorso legato alla classifica, in questo caso contano le certezze che una vittoria del genere conferirebbe a tutto il gruppo”.

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