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  • Napoli: i perché di un mercato difficile

    Napoli: i perché di un mercato difficile

    • Giancarlo Padovan
    Mutuando il titolo del capolavoro di La Capria (“Ferito a morte”), il Napoli sembra non saper elaborare il lutto del dopo-Higuain. La società, gravemente in ritardo sul mercato dell’ordinario, sta cercando di sprigionare i fuochi d’artificio con l’ingaggio “impossibile” di Mauro Icardi. Perché “impossibile”? Perchè l’Inter dice che è incedibile, anche se l'offerta è arrivata, come sembra, a 60 milioni.

    Ora, è ben vero che con i 90 milioni della clausola rescissoria di Higuain, si possono realizzare investimenti rilevanti sia dal punto di vista tecnico che economico. Tuttavia è altrettanto vero che la fretta di suturare lo strappo con la tifoseria può portare ad operazioni che rivernicino la facciata piuttosto che rafforzare le fondamenta di casa.

    Se conosco solo un po’ De Laurentiis, sono convinto che non si farà abbindolare da operazioni tipo l’ingaggio di Tevez (32 anni, passato l’anno scorso dalla Juve al Boca Juniors per scelta di vita e oggi di nuovo desideroso di Europa) o quello di Edin Dzeko, 30 anni, solo 8 gol nella Roma nel campionato scorso. Sono profili di cui si abusa in queste ore di confusione, ma che non hanno le caratteristiche adatte al gioco di Sarri. 
    Penso piuttosto che sia arrivato il momento di un confronto rapido, serio e concreto tra il presidente e il suo allenatore in modo da stabilire non solo quale possa essere il sostituto di Higuain, ma anche come debba essere congegnato un mercato che all’attivo ha fatto registrare solo gli arrivi di Tonelli e Giaccherini. 

    Il Napoli voleva Vrsaljko e Vrsaljko è finito all’Atletico Madrid che gli offriva un contratto più vantaggioso. 
    Il Napoli voleva Zielinski e Zielinski ha risposto di preferire il Liverpool, mentre adesso è tentato dal Milan.
    Il Napoli voleva Herrera, ha offerto 25 milioni, rifiutando un altro rialzo del Porto ed Herrera non è ancora arrivato. 
    Il Napoli aveva quasi chiuso per Candreva con la Lazio, salvo incassare poco dopo il no del calciatore che preferisce l’Inter anche per una ragione d’ingaggio.

    La domanda è molto semplice: è così difficile fare mercato al Napoli?
    I fatti dicono di sì, bisogna solo stabilire perchè. Il direttore sportivo Giuntoli è bravissimo e meriterebbe più autonomia come invece non è avvenuto nel caso di Santon, rispedito al mittente più perché non piaceva al presidente (“cercavo qualcosa di diverso” ha detto) che per un ginocchio poco funzionale.

    Ma il problema del Napoli non sono i manager che, lo ripeto, sono capaci, ma le regole dettate da De Laurentiis: non è più possibile, con la concorrenza che il Napoli incontra in Italia e in Europa, non concedere al calciatore che si va ad ingaggiare i diritti d’immagine. La ragione di certe titubanze a scegliere il Napoli sta tutta qui. Non si tratta di stabilire cosa sia giusto o meno, ma ciò che sia conveniente per un club ormai appartenente all’elite del calcio italiano.

    Al momento e consultando la carta, il Napoli ha gli stessi undici uomini dell’anno scorso con Gabbiadini al posto di Higuain. Manolo non è Gonzalo, ma o gli si offre una chance concreta (per esempio giocarsi il posto da titolare con il nuovo arrivato) oppure è più utile venderlo, fare cassa ulteriore e andare a prendere Herrera, di cui il Napoli ha bisogno come il pane.
    Con la Champions, poi, Sarri non potrà contare sui soliti quattordi o quindici calciatori tra campionato e coppe. Il Napoli dovrà fare turnover e per fare turnover servono calciatori dello stesso valore. Prima che Higuain se ne andasse, De Laurentiis aveva detto che per comprare c’era tempo. Adesso, oltre a non sembrare più così, c’è la ragionevole certezza che chi vende sappia farsi pagare tanto. Ma il Napoli non ha scampo. Deve aggiungere almeno quattro elementi di qualità e farlo nel più breve tempo possibile. Altrimenti Sarri chi e quando allena?

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