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    Napoli, Mertens non vale 28 milioni?

    Napoli, Mertens non vale 28 milioni?

    • Andrea Sereni
    Cinque lunghi anni. Di amore, mare, passione, amicizie, gol, panchine, e identificazione. Mertens e il Napoli: una storia che pareva essere ai titoli di coda. Sensazioni continue nel corso dell’ultima stagione, in cui il calo del giocatore è stato evidente. La minaccia incombente della clausola rescissoria da 28 milioni di euro, la tentazione milionaria cinese a bussare alla porta.

    TENTAZIONI - Ammaliato dall’addio. Un’idea nata per vari motivi, non ultimo l’inaridimento del rapporto con la moglie Katrine, che lavora in Olanda. Nel rinnovo firmato nel maggio del 2017 era stata inserita, di concerto con il Napoli, una clausola rescissoria da 28 milioni valida solo per l’estero. Cina, Atletico Madrid, PSG: tanti interessamenti, diversi sondaggi. Ma nessuna offerta. Neanche una squadra disposta a investire una cifra che non rispecchia in pieno il valore del giocatore, sicuramente più alto nonostante la carta d’identità ci ricordi che è un classe ’87. L’ultimo abboccamento, in ordine di tempo, con la Roma. Monchi ci ha pensato. Conscio però della ritrosia del presidente De Laurentiis nel vendere in Italia. 

    UNA NUOVA SFIDA - Una pista che al momento sembra essersi raffreddata, come confermano le parole odierne del patron azzurro: “Se Mertens piace alla Roma? Può darsi sia nei loro pensieri, ma di certo non lo scambieremmo con Florenzi. Amo molto Dries, me lo tengo”. Resta, quindi. A meno di proposte irrinunciabili dell’ultimo minuto, che difficilmente potranno essere inferiori a 35-40 milioni di euro. Una permanenza che, per il belga, nasconde una sfida. Non è più un mistero: Ancelotti come prima punta predilige un profilo diverso dal suo, più classico. Milik, a meno di arrivi eccellenti, è il prescelto per il ruolo. Una posizione, quella di nueve, ricoperta con maestria da Mertens negli ultimi due anni. Anche se è innegabile che, negli ultimi mesi, un palese calo fisico ne avesse limitato il gioco in profondità senza palla e la creatività nelle giocate spalle alla porta. Dovrà reinventarsi, di nuovo, a 31 anni compiuti. Non esterno d’attacco puro, ma trequartista nell’albero di natale ancelottiano. Giocandosi il posto con il nuovo arrivato Verdi (più probabile) e Insigne, senza dimenticare Callejon. L'ennesima sfida, per far ricredere un’altra volta tutti.

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