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  • Napolimania:| A Parigi sarai un Lavezzi qualsiasi...

    Napolimania:| A Parigi sarai un Lavezzi qualsiasi...

    Voleva essere solo, ignorato e lasciato in pace. Ed è stato accontentato. Ezequiel Lavezzi è arrivato domenica a Parigi nella totale indifferenza. Nessun tifoso lo ha riconosciuto: ad accompagnarlo soltanto un paio di persone, che lo hanno aiutato a trasportare i bagagli. Se non fosse stato per gli immancabili tifosi napoletani che si sono avvicinati a lui, il Pocho avrebbe vissuto il suo primo giorno parigino nell'anonimato più totale. Questo voleva, e ora sarà accontentato: per salutare i tifosi del Napoli voleva aspettare, a tutti i costi, l'ufficialità del suo passaggio al PSG. Lo ha fatto, con una lettera bella ma che non tocca quello che è il punto cruciale: l'insofferenza del giocatore nei confronti della città.

    'Mi mancherà l'affetto dei tifosi', ha scritto il Pocho. In realtà questo affetto gli è sempre mancato, perché lui lo viveva come un accanimento asfissiante. Una volta l'argentino rimase chiuso in un negozio assieme al figlio. Fuori un'orda di tifosi esaltati: servì l'intervento delle forze dell'ordine per farlo uscire. Il piccolo Tomas rimase scioccato: temeva che quella gente invasata volesse fare del male a suo padre. Lavezzi ne rimase turbato, tanto da temere che a causa di questi problemi avrebbe potuto avere difficoltà a rivedere il figlio (il Pocho è separato dalla moglie). Confidò questo disagio a De Laurentiis, che soprattutto dopo alcuni 'capricci' del giocatore nel 2009 non ha mai nascosto la disponibilità a cederlo.

    Il patron lo ha rassicurato, sempre: 'Facciamo questa cosa della clausola e te ne vai quando e dove ti pare'. L'accordo verbale fu sancito lo scorso settembre. Tanto che a Natale, nello scambio di auguri con la squadra, ad una domanda sul suo futuro Lavezzi si rivolse al presidente: 'Hai fatto una promessa, ricordi?'. E il patron sorrise sornione. Era tutto deciso, ormai. Tanto che a febbraio arrivò pure l'accordo col Paris Saint Germain, e un mese dopo un accordo scritto: una clausola anti-infortuni che avrebbe disimpegnato il club da qualsiasi intesa raggiunta sul trasferimento dell'attaccante in Francia.

    Da marzo, quindi, Lavezzi è stato un separato in casa: quando l'agente Fifa José Alberti lo confidò per primo fu preso per pazzo. Ma aveva ragione: del resto, a Castelvolturno, il Pocho a Parigi era di dominio pubblico. Le litigate con Mazzarri sono state l'effetto, non certo la causa. Le sue lacrime dopo la Coppa Italia hanno sancito la buona fede di Lavezzi, che di certo non odia Napoli. Ma mentre in Italia lui era il Pocho, un idolo, il simbolo della rinascita calcistica del Napoli, a Parigi sarà soltanto un Lavezzi qualsiasi. Snobbato da tifosi e stampa, che si lamentano del fatto che l'attaccante non sia certo tra i più famosi e profilici goleador d'Europa.

    Il Pocho si è presentato alla sua nuova avventura nel freddo delle circostanze: camicia bianca, come quella che scelse per il suo primo giorno a Napoli. Ma non va dimenticato che anche in Italia il Pocho si presentò da perfetto sconosciuto: anzi, mentre a Parigi regnava l'indifferenza, nel giorno della presentazione di Lavezzi a Castelvolturno era in atto una vera e propria contestazione dei tifosi contro la campagna acquisti della società. E pensare che si stavano presentando Lavezzi e Hamsik! Nessuno può impedirgli di pensare che lo stesso possa accadere a Parigi, partire da sconosciuto e finire da idolo e icona di una squadra. Ma lì il calcio si vive diversamente, in maniera più fredda: e forse proprio per questo il Pocho ha scelto questa destinazione.

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