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    Il Napoli di Ancelotti è da scudetto

    Il Napoli di Ancelotti è da scudetto

    • Marco Giordano
    La seconda sosta di campionato arriva con il secondo posto consolidato, con la seconda vittoria consecutiva e con un secondo gol meraviglioso. Ed è, soprattutto, sempre più il Napoli secondo Carlo Ancelotti. Tanti cambi, sempre tanta qualità in campo, cinque vittorie su cinque in campionato con 21 effettivi schierati dal primo minuto e con Meret, Ghoulam e Younes ancora fuori e pronti a tornare nelle prossime settimane. Inoltre, tranne 10 minuti col Liverpool e 15 minuti col Sassuolo, una squadra che ha sempre comandato il campo. “Facciamo la corsa alla prima in classifica, cerchiamo di esser pronti se la Juventus fa un passo falso. Penso che possiamo essere competitivi fino alla fine”: questo l'Ancelotti pensiero, un manifesto di quello che ci si porterà dietro in questi noiosi ed interminabili giorni di sosta. La fotografia di Ancelotti è perfetta: il suo Napoli può vincere lo scudetto, ma solo se lo perderà la Juventus, se la corazzata diventerà, come non sembra, un po' più affondabile. Quello che questa sosta lascia in eredità è un modello consolidato: giocare 4-4-2 significa trovare la via più semplice per trovare gli equilibri che servono in fase di non possesso. Se trovi gli equilibri, allora ti puoi esaltare.

    L'UPGRADE DI VERDI -  Gli equilibri si trovano ottenendo dai calciatori disponibilità anche in compiti mai svolti in precedenza. L'esempio di Verdi, in poche gare, è lampante: il flop del match con la Samp sembra un lontano ricordo. Il calciatore spostato sulla fascia e spaesato nel dover fare le due fasi, nel giro di un mese, ha completato un'eccellente evoluzione. In una gara non facile come quella contro il Sassuolo, Verdi ha fatto intensità difensiva, ha coperto la fascia senza perdere i riferimenti. Questo, però, non ha condizionato la creatività, l'estro di un calciatore che ha avuto un upgrade che Roberto Mancini dovrà tenere ben presente. Verdi è solo un esempio dell'apporto che la gestione Ancelotti potrà dare, aldilà di un risultato in campionato che, al momento, è tediosamente scontato. Facile immaginare che l'evoluzione del Napoli di Ancelotti non sia finita qui. Un grande tecnico sa bene come l'imprevedibilità sia un fattore decisivo per continuare a mietere vittorie ed avere nel carnet una varietà importante di sistemi di gioco è un po' come averne uno solo (di sarriana memoria, ad esempio), ma eseguito a memoria: con la sostanziale differenza, però, che alla varietà è più facile far adattare tutti, visto che non bisogna eseguire meccanismi da nuoto sincronizzato, ma si trovano le alchimie per provare a valorizzare al meglio le caratteristiche di tutti. C'è ancora del lavoro da fare, ad esempio su Malcuit, ma la strada tracciata è molto più che positiva.

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