Una squadra che in gran segreto pensa di contendere in Italia lo scudetto alla Juve, può lasciarsi umiliare in Europa League dal terzo club del depresso campionato olandese? Ha deciso Mazzarri. L'eccentrico turnover di massa è tristemente fallito. In Olanda il Napoli si accorge che ha delle riserve, ma non una seconda squadra. Perché non sono 'squadra' undici messi insieme senza logica, come il destino te li manda, secondo una casualità che ricorda le leve militari. La selezione era decisa dall'anno di nascita. A Eindhoven li porta invece un insuccesso personale: ruolo per ruolo, chi sembra migliore è titolare, il concorrente bocciato è spedito in Europa League, quasi fosse il girone dei dannati, non il secondo torneo del continente.

L'illogica formazione non valorizza certo i giovani, come spera il Napoli nella sua stravagante demarcazione tra titolari e riserve, tra promossi e bocciati, tra campionato e Europa League. Chi si sente fallito, si spegne negli estri e nel morale, si appanna persino un talento certo come Insigne, costretto a giocare in copertura senza riferimenti e in attacco con un altro brevilineo. Una squadra fondata sugli esterni, che per definizione lascia prevedere cross dalle fasce, come giustifica la presenza in avanti di due omini, virtuosi finché volete, ma bassi e leggeri come Insigne e Vargas?

(La Repubblica - Edizione Napoli)