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  • Non è colpa della Cina se la Juve perde anche Witsel

    Non è colpa della Cina se la Juve perde anche Witsel

    • Nicola Balice

    Ma la Juve, lo voleva veramente Witsel? La risposta è sì. Solo alle proprie condizioni però. Il che cambia sostanzialmente moltissimo della risposta alla domanda iniziale. Condizioni rigidissime, che hanno impedito al club bianconero di evitare sgradite sorprese ad agosto e che hanno di fatto permesso alla concorrenza di far prima vacillare e poi convincere anche un giocatore che in più di un'occasione aveva fatto sapere di volere la Juve. Perché, al netto di tutti gli attacchi dei tifosi ed una serie di accuse da mercenario che emergono anche piuttosto prepotentemente sui social, in questo caso Witsel non sembra poi così condannabile. O quantomeno non sembra responsabile quanto la Juve di questo cambio di rotta. Perché se fosse stata solo una questione di soldi, Witsel avrebbe già accettato il rinnovo dello Zenit che in autunno gli aveva proposto un ingaggio monstre: 7 milioni netti più bonus, quasi il doppio di quanto avrebbe percepito alla Juve. Se fosse stata solo una questione di soldi, Witsel avrebbe poi accettato già le precedenti offerte arrivate dalla Cina, come anticipato da Calciomercato.com e Ilbianconero.com: rifiutata invece la prima da 12 milioni netti l'anno, il triplo di quanto preso alla Juve, ed anche le successive fino a quella da circa 20 milioni e oltre. Non è solo una questione di soldi a questo punto, ma di così tanti soldi da rendere l'ultima offerta praticamente irrinunciabile, stante anche le pressioni di agenti e intermediari pronti a siglare l'affare della vita e dello stesso Zenit (colpevole ad agosto, ragionevolmente sulle proprie posizioni oggi) che incasserà quasi 25 milioni per un giocatore in scadenza: quattro volte quanto proposto dalla Juve, più del doppio di quanto chiesto alla Juve. Offerte arrivate perché da Torino si è perso ancora una volta tanto, troppo tempo.

     

    CORDA SPEZZATA - E in fondo Witsel aveva anche chiesto in tempi non sospetti alla dirigenza bianconera uno sforzo supplementare per accelerare il trasferimento, sforzo non arrivato. La politica di non partecipare ad aste di Marotta e Paratici è giusta, non accettare di partecipare ad una trattativa ma lanciare una prima ed un'unica offerta per un giocatore che si pensava di poter prendere a zero infine si è rivelata controproducente. Perché se Witsel in estate era stato individuato quale profilo giusto per il centrocampo bianconero a circa 20 milioni di euro, quattro mesi dopo poteva meritare anche una valutazione diversa da quella fatta “mensilmente” dalla dirigenza bianconera se utile a poter puntare la Champions: alla fine della fiera, l'affare è saltato o rischia di saltare (definitivamente?) per una differenza inferiore ai tre milioni di euro, il muro contro muro è di fatto servito solo allo Zenit. Ed ora la Juve deve ancora una volta cambiare strategia, magari accontentandosi di ciò che già c'è in casa. Ma ancora una volta, anche sul mercato, il ruolo di forza palesato in Italia sotto ogni punto di vista si sgretola fuori dal confine. Poi magari Witsel sarà un altro Draxler anche in termini di non-rimpianto: però rimane il segno di una trattativa portata avanti per mesi e impantanatasi su una distanza di pochi milioni fino ad arrivare ad un finale che parla di un giocatore ritenuto quello giusto o più giusto, ma perso.

    @NicolaBalice


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