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  • Jacobelli: non sparate sulla Juve, ma stavolta ha sbagliato Conte. Perchè Llorente fuori anche  a Copenaghen?

    Jacobelli: non sparate sulla Juve, ma stavolta ha sbagliato Conte. Perchè Llorente fuori anche a Copenaghen?

    Antonio Conte le ha contate e, presumibilmente, le riconterà a lungo. "Il portiere del Copenaghen veniva descritto in crisi. Ha fatto sedici parate. Noi aiutiamo le persone che hanno bisogno di risollevarsi".

    Che Johan Wiland, 32 anni, svedese e il Copenaghen di cui ha brillantemente difeso la porta ieri sera al Parken Stadion, si siano risollevati grazie alla Juve, è fuori discussione. C'è del calcio in Danimarca e i campioni d'Italia se ne sono accorti, da un anno a questa parte: 1-1 nel debutto in Champions, dodici mesi fa con il Nordsjaelland; 1-1 con il Copenaghen, passato in vantaggio dopo soli 14 minuti con Jorgensen e raggiunto da Quagliarella al 9' della ripresa. Intanto, a Istanbul, lo scatenato Real di Ancelotti & Ronaldo ha fatto a pezzi il Galatasaray, demolendolo 6-1 e mettendo subito in chiaro chi comanda nel girone.

    Le statistiche della partita dicono che la Juve abbia dominato: 58% possesso palla, 11 tiri in porta, 10 tiri fuori, 6 tiri respinti, 1 traversa, 16 calci d'angolo, 49 traversoni, 513 passaggi di cui l'86% positivo.

    Numeri pesanti, ma non tali da schiacciare la resistenza dei danesi, decimi cioè terz'ultimi nella classifica del loro campionato che allinea dodici squadre e comprensibilmente euforici per avere fermato i bianconeri, tenuto conto che, non più tardi del 21 agosto scorso, il club aveva pure silurato il tecnico Jacobs, richiamando Solbakken, già allenatore dal 2006 al 2011.

    Il commento di Conte è stato didascalico: "Dall'inizio della mia gestione, la squadra non aveva mai creato così tante palle-gol, ma, se non la butti dentro, non vinci. Avevo messo in campo una squadra di corazzieri, eppure abbiamo preso il gol su calcio da fermo". Vero. Così com'è vero che Quagliarella, aduso segnare reti molto importanti in Champions League, si è confermato eurobomber di vaglia: l'anno scorso 7 presenze e 4 centri, ora ha colto al volo l'occasione di Copenaghen. 

    La Juve ha scialato e la Juve ha lasciato due punti preziosi sul campo danese, ma sarebbe ingeneroso sparare sui Campioni d'Italia perchè non sono riusciti a vincere.  

    Semmai, stavolta ha sbagliato Conte, com'è naturale che sia: anche il tecnico che ha vinto 2 scudetti e 2 Supercoppe di Lega in 2 anni, può commettere qualche errore. Alla vigilia, egli aveva invitato i suoi a non sottovalutare gli avversari: non è stato ascoltato. La Juve del primo tempo è sembrata sazia e appagata, a tratti irriconoscibile, totalmente sporvvista del proverbiale furore agonistico, marchio di fabbrica di Conte. Si è svegliata nella ripresa, ma ha fallito un numero impressionante di occasioni.

    I due terzini esterni, Lichsteiner e Peluso sono risultati insufficienti. Il primo ha peccato d'imprecisione; il secondo ha accusato difficoltà nel presidio della fascia sinistra e, raramente, ha offerto un sostegno concreto alla manovra offensiva. Tant'è vero che Conte ha richiamato prima lo svizzero, rimpiazzandolo con Isla e poi l'ex atalantino, sostituito da De Ceglie, ma la musica non è cambiata.

    Ogbonna al centro della difesa, poiché Barzagli non è ancora guarito dalla tendinopatia, ha determinato lo spostamento di Bonucci a destra, con la conseguenza che, a volte, il gioco bianconero ha stentato a ripartire proprio dai piedi dell'ex barese, come spesso, invece, accade. Ogbonna ha pagato subito un pedaggio severo all'esorido in Champions League servendo maldestramente Jorgensen, lesto a fulminare Buffon.

    Asamoah è stato tenuto in panchina per tutta la partita. Quando, nel finale, c'è stato l'assalto a Fort Wiland, altro che corazzieri: Quagliarella è uscito al 31' e, anzichè Llorente, Conte ha schierato Giovinco, il quale, è noto, non presterà mai servizio al Quirinale.

    Risultato: anzichè caricare di chili e centimetri l'attacco per sfondare il bunker rivale, Conte ha cercato la vittoria con Tevez e Giovinco, la vittoria non è mai arrivata e l'ex Mellberg ha avuto buon gioco a guidare la difesa, che sarà sì di lungagnoni e lentoni, ma sui cross è stata imperforabile.

    Come già dopo il pareggio con l'Inter, calciomercato.com ripropone la domanda del giorno all'allenatore della Juve: perchè Llorente non gioca mai?

    E ancora: se l'ex Athletic Bilbao non va in campo manco a Copenaghen, quando può sperare di giocare? Siamo sicuri che il ventottenne attaccante, valutato 20 milioni di euro dal sito specializzato transfermarkt.it e messo sotto contratto da Marotta per 4 anni e 4 milioni netti a stagione, ieri sera non sarebbe servito?

    Non è il caso di drammatizzare né di esagerare con le critiche per il risultato del 17 settembre. Ma, dopo due pareggi di fila, urge dare la sveglia al gruppo, capire chi sia Llorente, che cosa possa dare alla Juve. In fretta.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

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