'Un derby si carica da solo', dice Lo Monaco in fila a tanti altri. Ma se gli aggiungi una bella botta d'adrenalina, aggiungiamo noi, di sicuro male non fa. L'amministratore delegato oggi del Palermo, ieri del Catania, ha fatto tutto lui: è stato l'unico a parlare in conferenza stampa nella settimana del derby, affrancando dal compito perfino Gasperini alla vigilia. Una scelta singolare, evidentemente mirata a lanciare granate sulle granitiche sicurezze del Catania. Paragonando sarcasticamente i rivali al Barcellona o al Real Madrid, li ha dialetticamente 'costretti' a vincere, anche perché, secondo Lo Monaco, 'il Catania deve puntare all'Europa, non può nascondersi, e se lo fa è solo pretattica'.

La bomba ci ha messo poco a deflagrare: dall'altra sponda della Sicilia non si è fatto attendere il comunicato stampa di biasimo, prontamente tacciato da Super-Pietro di 'demenzialità'. Un Bignami di bastonate verbali di cui la prefazione non avrà certamente la firma del Dalai Lama. Le intenzioni del factotum del Palermo sono limpide come acqua di sorgente: destabilizzare un avversario in questo momento una spanna sopra. Un atteggiamento comprensibile, perché se ti trovi con l'acqua alla gola ti appigli a tutto. Anche a qualcosa di aleatorio e/o illusorio, come la carica psicologica ai tuoi e gli strali ai nemici alla Mourinho. Per inciso, un altro suo nemico. La dimostrazione palese che si può imparare anche dai nemici.

Una caduta di stile? Può darsi. Ma Lo Monaco è questo, prendere o lasciare: accentratore, duro e burbero, diretto e mai morbido. Come quando minaccia di 'interrompere i rapporti' qualora i giornalisti insistessero con domande sull'esonero di Gasperini. I cronisti fanno il loro lavoro, Lo Monaco il suo. Non metterà d'accordo tutti, piuttosto dividerà all'estremo le folle, ma in guerra e in amore tutto è concesso. E il derby, sportivamente parlando, è una guerra. Che poeticamente cova sotto le ceneri dell'amore.