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  • Palermomania:| Quello che doveva essere

    Palermomania:| Quello che doveva essere

    Siena-Palermo, un incrocio di passato e presente che doveva essere, e invece non sarà. Strana la vita, che si fa beffe di situazioni e destini. Giorgio Perinetti, per tornare in Sicilia, ha di fatto stracciato cinque anni di contratto con la Robur: una scelta di cuore, che col senno di poi si è rivelata un errore di testa. Dopo nemmeno tre mesi da direttore generale del Palermo, le paturnie di Zamparini e l'occasione-Lo Monaco hanno cucinato l'addio. Se non è record poco ci manca. Domani Perinetti sarebbe dovuto tornare nello stadio nel quale ha fatto tornare il grande calcio. E invece sarà in un altro impianto, forse all'estero, a vedere partite come placebo per soffrire di meno. 

    Sannino, da par suo, non si è dimesso, ma è stato messo alla porta. Soltanto tre partite di campionato per partorire una decisione che sembrava comunque inevitabile: la squadra non lo seguiva più - ammesso che lo avesse mai seguito - e il fattore tempo non avrebbe aiutato a svoltare, semmai avrebbe peggiorato le cose. A Siena, e così a Varese, ricordano invece un allenatore brillante, sapiente oratore, che sapeva far presa su giornalisti e giocatori. Il buon Beppe avrà modo di rifarsi. Del resto Palermo ghigliottina più teste della Rivoluzione francese.

    Oltre che fonte di possibili novelle romantiche, comunque, Siena-Palermo è soprattutto una sorta di ordalia tra chi annaspa in fondo alla classifica. Se dai bianconeri ce lo si poteva aspettare sulla scorta dei 6 punti di penalizzazione, alzi la mano chi a inizio estate pronosticava un Palermo boccheggiante dopo otto giornate di campionato. Ma la storia va dritta come un fuso travolgendo aspettative e pronostici. Dai buoni propositi estivi alle ferite leccate d'autunno, c'è tutto un romanzo in mezzo. Di sicuro Perinetti e Sannino non avrebbero mai immaginato di esserne i protagonisti.

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