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  • Panucci 'Smetto con il calcio'

    Panucci 'Smetto con il calcio'

    L’ex difensore della Roma Christian Panucci, intervenuto telefonicamente a Sky Sport24, ha dato il suo addio ufficiale al calcio giocato.

     

    L’addio al calcio giocato

    Dopo aver lasciato Parma, in questi mesi sono stato parecchio fermo e ho deciso che se non c’era lo stimolo giusto, per il mio modo di intendere la vita e lo sport, era giusto lasciare.

    E quindi annuncio che smetto di giocare.

    Hai riflettuto tutta l’estate prima di prendere questa decisione?

    Sono stato sei mesi senza sentire nessuno, sono stato in vacanza e sono stato molto con mio figlio. Ho avuto anche delle proposte, dagli Stati Uniti e dall’Italia, però, credo che per onestà personale, se uno non ha più lo stimolo giusto e la voglia di andare sul campo come una volta, anche per la carriera che ho avuto, credo sia giusto dire basta.

    Hai già deciso cosa farai nel tuo futuro?

    Non so ancora, ci sono delle cose in ballo.

    Qual è l’immagine che porti sempre con te della tua carriera ?

    Ce ne sono tante. Nel calcio, dopo 20 anni, sono stato un privilegiato perché ho avuto una carriera bellissima: a 18 anni giocavo nel Milan, a 23 nel Real, a 27 nella Roma per cui credo di aver avuto dal calcio tanti momenti bellissimi che mi porterò nel cuore. Lascio il calcio con tutta la serenità possibile, consapevole di aver dato al calcio tutto e di aver corso fino all’ultimo secondo. Sono immagini tutte belle di una carriera che quando ho cominciato non pensavo potesse mai avere questo esito.

    Ti emozioni ancora, ripensando alla tua carriera?

    Sì perché il calcio è stata la mia vita, il campo di calcio è stato tutto quello che ho avuto però lascio con serenità perché sono un ragazzo abituato ad accettare tutto e a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Ringrazio tutte le società, tutti i Presidenti, i compagni che ho avuto e tutti i tifosi.

    Ringrazi anche tutti gli allenatori?

    Ce ne sono tanti da ringraziare. Fortunatamente ne ho avuti tanti di bravi, con qualcuno non sono andato d’accordo, con qualcuno sì, ma le persone che più devo ringraziare sono Fabio Capello e il suo vice Italo Galbiati. Sono state delle persone fantastiche. Ho avuto la fortuna di essere allenato dai più grandi allenatori degli ultimi 20 anni.

    Con Capello hai avuto anche dei momenti di tensione. Fa parte anche questo di una carriera lunga 20 anni?

    Forse ci si riferisce all’episodio di Reggio Calabria. Posso assicurare, però, che il giorno dopo quella discussione ero a Roma a giocare a golf con lui. E’ stato un episodio ma Capello è una persona che davanti alle scuse mette tutto da parte. Con me è stato un uomo vero.

    Sei stato il primo italiano a vincere la Champions con il Real Madrid. Che emozione è stata?

    Aver giocato nel Real come primo italiano della storia è stata un’emozione grandissima. Il Real è un po’ come l’Hollywood del calcio e quella Coppa Campioni, 32 anni dopo, è stato un regalo fantastico per tutti i tifosi del Real Madrid. Essere ricordato tra i grandi del Real Madrid, per me, che vengo da una piccola cittadina come Savona, è stato qualcosa di fantastico. E ogni volta che torno in Spagna, la gente si ricorda sempre di me.

    Hai detto a tuo figlio che lasci il calcio? Cosa ti ho detto?

    Gliel’ho detto qualche giorno fa. Lui è contento di vedermi di più a Roma anche se è chiaro che gli dispiacerà non vedermi più sui campi. Magari tra qualche anno come allenatore.

    Sulla tua esperienza in Nazionale

    Ho fatto 60 partite. Sono tante se considero il rapporto che ho avuto. Se guardo al rapporto con Lippi, ne parlavo male quando giocavo, figurati adesso che smetto. A parte gli scherzi, questo fa parte della vita, ci sono persone con cui si va d’accordo e altre meno. Io ho sempre accettato tutto con serenità, anche se a cena con lui con ci andrei!

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