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  • Pastorin: il pianto di Casillas e Darmian

    Pastorin: il pianto di Casillas e Darmian

    Siamo nel pieno del calcio mercato, affari, vendite, cessioni, colpi realizzati, colpi falliti, menzogne, giocatori che non vedono l'ora di andarsene dopo aver giurato amore eterno, calciatori contestati fin dal primo giorno di raduno, ovviamente nel mezzo di illeciti, processi, un pallone sempre più sgonfio e avvelenato. Il business ha cambiato il volto della nostra festa popolare, di quella che un tempo era "la domenica della buona gente". L'ho scritto più volte: il marketing ha sostituito il dribbling, l'età romantica è stata sepolta, oggi parliamo di un football globale, con tutte le questioni stridenti del caso.

    Eppure... Eppure, ecco il calcio regalarci immagini belle e costruttive, toccanti: le lacrime dei giocatori. Ho letto di recente un saggio che consiglio a tutti i nostri lettori, edito da Einaudi: "Le lacrime degli eroi" di Matteo Nucci (tifoso romanista acceso, ha dedicato il suo volume a Zeman!). Il grecista ci racconta dei pianti, frequenti nell'Odissea e nell'Iliade, degli eroi. Beh, bisogna ammetterlo: fa un certo effetto, nel rileggere Omero, veder scoppiare in lacrime Ulisse, Achille, Diomede, Agamennone, Ettore, Patroclo... Così ci ha colpito la commozione di Iker Casillas nel giorno del suo addio, dopo una vita e molti successi, al Real Madrid. La sua ultima conferenza stampa è diventata simbolica dal punto di vista sociale e professionale, poetico e psicologico. Il prestigioso quotidiano "El País" nella sua edizione di sabato scorso, con molte pagine dedicate agli approfondimenti culturali, ha dedicato ben quattro editoriali al portiere campione del mondo con la Spagna nel 2010: "Iker Casillas: el poder de las paradas", "El paso del tiempo", "Casillas ya tiene su finiquito" e "Un portero en Matrix". Andrà al Porto, dove offrirà, sicuramente, lampi del suo immenso talento. Anche Buffon gli ha scritto, celebrandolo. Ma il Real resterà, sempre e per sempre, la sua casa.

    Anche Matteo Darmian se n'è andato piangendo. Addio al Torino per trasferirsi in Inghilterra, in uno dei club più vincenti e famosi del mondo: il Manchester United. Roba da fare salti di gioia, toccando le nuvole con un dito. Ma il Toro ha dato tanto al campioncino e il campioncino ha permesso al Toro di ritornare nel giro delle squadre che contano. I tifosi granata lo hanno amato, profondamente. È stato uno dei beniamini autentici, uno con la pelle del Filadelfia cucita addosso, torinista nel profondo del cuore. Davanti a quella offerta non era possibile rifiutare, nemmeno per passione. Il giovin Matteo, però, non ha saputo tenere dentro la malinconia. E ha pianto, tanto. Perché solo i forti e i giusti si comportano così, si mostrano come sono, senza maschere.

    Con Casillas e Darmian, dunque, niente è perduto. E questo football cinico e spesso arrogante riscopre una sua innocenza, una sua tenerezza. 

    Darwin Pastorin 

     

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